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Palermo, all’orto botanico c’è il Festival Metamorphosis, il programma

Un nuovo modo di intendere lo spazio, a Palermo. Che diventa condivisione, rapporto, linguaggi a confronto. L’orto botanico cerca la sua identità e la trova facilmente nel ciclo vitale della natura che, pur mutando di continuo, rimane sempre fedele a se stessa.

E in questo ricircolo che accoglie con rispetto ogni sperimentazione come apporto e supporto, è nato Metamorphosis, festival multidisciplinare tra musica, cinema, teatro, danza, letteratura; un cartellone che mira, nel tempo, a divenire stabile, e rappresentare il punto d’incontro di molte iniziative culturali dell’Università, attraverso il suo Sistema Museale.

Dopo alcune anticipazioni – le quattro proiezioni di WineWays, incontri e presentazioni, lo spettacolo “Il lupo e la luna” tratto da Pietrangelo Buttafuoco e sold out per tre sere di seguito – si entra nel vivo: dal 2 al 12 settembre, ospita la nuova tappa di GeniaArtLab che rinnova la sua collaborazione con il laboratorio del DAMS universitario e CoopCulture.

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Un focus approfondito su nuove introspezioni di danza e musica, linguaggi sperimentali e bei ritorni, legati appunto all’uso consapevole dello spazio collettivo che diventa facilmente palcoscenico.

E si inizia proprio dai racconti extraurbani di Emilia Guarino: venerdì (2 settembre) alle 19 dalla fontana delle Ninfee dell’orto botanico partirà una performance collettiva che si dirigerà verso via Lincoln, scenderà verso il mare per raggiungere il porticciolo Sant’Erasmo e da lì, lungo via Messina Marine, fino alla foce dell’Oreto che ormai da tempo ha ingoiato il suo essere fiume per diventare uno scarico fognario.

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“Cosa resta del nostro passaggio” (produzione Piccolo Teatro Patafisico/Diaria con l’Ecomuseo Mare Memoria Viva): Emilia Guarino, seguendo i passi di chi l’Oreto lo ha amato prima di lei, riallaccia il suo legame corporeo con il fiume. Con lei, la voce aperta e salda di Alberto Nicolino e la musica dagli infiniti chiaroscuri di Alessandro Presti, tracceranno il percorso.

Il pubblico (dotato di smartphone e cuffiette) sarà parte dell’azione e sarà invitato a camminare insieme, a misurare ogni passo sul tempo ancora vivo che lega la storia della città a quella del fiume.

Redazione