La “Passeggiata delle Cattive” o “Passeggiata delle Mura delle Cattive” è un monumento ottocentesco della città di Palermo rappresentato da una terrazza e da un camminamento.
La terrazza che dà sul mare, e la conseguente passeggiata, devono il uso nome al termine latino ‘captivae’ che significa prigioniere. Questo spiazzo veniva infatti utilizzato anticamente dalle donne vedove, che in siciliano vengono ancor’oggi chiamate ‘cattive’, in quanto prigioniere della perdita, del proprio dolore del lutto.
Il monumento esisteva in realtà già nel XVII secolo, ma venne posto sotto la sovrintendenza del marchese Lucchese Palli, che si occupò di rimetterlo a nuovo nel 1813. All’opera architettonica si accede tramite una scalinata che parte da piazza Santo Spirito; ai suoi lati si affacciano i vicini Palazzo Lanza Tomasi, Palazzo Butera, Palazzo Benso e l’ex Hotel Trinacria.
Rovinata nuovamente dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, la terrazza venne chiusa al pubblico fino a quando, nel 1997, venne sottoposta ai lavori di riqualificazione e restauro da parte dell’architetto Mario Li Castri dell’Ufficio che si occupa di tutte le attività e iniziative legate al centro storico del Comune di Palermo, con la collaborazione dell’ingegner Nicolò Asaro.
A partire dal marzo di quest’anno purtroppo, la piazza è stata nuovamente chiusa alla fruizione pubblica, in quanto diversi atti di vandalismo e il dissesto naturalistico causato dagli alberi secolari che la circondano, l’hanno devastata nuovamente. Presso i suoi dintorni si trovano la Porta Felice e il Foro Italico di Palermo.
Il primo è un monumento architettonico, che prende il suo nome da Donna Felice Orsini, moglie del viceré spagnolo Marcantonio Colonna. Fu proprio lui infatti, già nel Cinquecento, a voler dare un ingresso alla città, che fosse di pregio artistico ed architettonico. I lavori vennero iniziati nel 1581 e non terminarono fino al 1637; ed è per via di questo intervallo di tempo così lungo dunque, che i due lati della porta non appaiono uniformi. Partendo dal Cassaro, l’asse viario principale di Palermo (oggi Corso Vittorio Emanuele), presso il lato diretto verso il mare, si assiste ad una facciata di ordine rinascimentale in marmo grigio, mentre l’altro lato, presenta i caratteri tipici dello stile Barocco.
Il monumento, costituito da due ricchi piloni, è stato realizzato su progetto dell’architetto Mariano Smiriglio e subì gravi danneggiamenti, nel suo lato destro, a seguito del bombardamenti del 1944. Dopo un attento lavoro di restauro, anche la Porta è tornata al suo antico splendore.
A pochi chilometri dalla Porta Felice e da Palazzo Butera, sorge il giardino pubblico più famoso della città; 40.000 metri quadri occupati da un’area verde, sculture in ceramica e da una passeggiata che porta al mare, sono stati inaugurati nel 2000 e sono stati resi nuovamente disponibili ai turisti e alla cittadinanza, assieme alle panchine e al Nautoscopio, casa-osservatorio progettata da Giuseppe Amato nel 2009.
Il monumento odierno sorge infatti sui resti di quella che era Strada Colonna, la prima passeggiata a mare della città, costruita nel XVI secolo, in onore dell’omonimo viceré. La camminata era dunque una strada di rappresentanza ma anche un luogo di svago per i palermitani, in netta contrapposizione con la “Passeggiata delle Cattive”.
Con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale, il sito venne danneggiato e lasciato all’incuria generale, nell’ambito del piano regolatore dell’amministrazione provvisoria istituita dopo la Guerra; venne sottoposto ai lavori di restauro che vennero decisi dall’amministrazione Orlando, su progetto dell'ingegner Mario Scotto e dell'architetto Benedetto Terruso. I lavori terminarono nel dicembre del 2000 e vennero accolti con un grandi celebrazioni alla presenza dell’ex Segretario Generale dell’ONU Kofi Annan. Il suo nome, “Foro Italico”, gli venne attribuito con l’Unità d’Italia, nel 1860.
Autore | Enrica Bartalotta