Intorno alle 15:30 di ieri, Barrile e Pitasi, a bordo di un motociclo, in via Arrigo Boito, hanno scelto un cittadino palermitano in sosta su di un marciapiede con un borsello a tracolla, quale ideale obiettivo di uno scippo “mordi e fuggi”, in realtà, trasformatosi in rapina bella e buona.
Secondo un copione ormai consolidato in analoghi contesti criminali, i due malviventi si sono divisi, uno si è avventato sulla vittima ed il complice lo ha atteso a bordo del mezzo, pronto ad una rapida fuga. L’inattesa resistenza della vittima ha spinto il malvivente, irriducibile nella sua volontà di impossessarsi del borsello, ad usare particolare violenza. Il malcapitato, ripetutamente colpito da calci e pugni, è capitolato e, caduto per terra, è stato privato del borsello e di un braccialetto in oro, anch’esso strappato con violenza.
L’individuazione e l’arresto dei due malviventi è da ascrivere ad una serie di elementi concomitanti: innanzitutto l’attivazione di un efficace dispositivo di sicurezza della Polizia di Stato in chiave antirapina, come bene testimonia l’arrivo in via Boito, a brevissima distanza di tempo dall’aggressione, di una pattuglia della Squadra Mobile; l’eccessivo indugiare dei malviventi sul luogo dell’assalto, circostanza che ha consentito alla vittima di ben fissare i lineamenti dei complici e comunicarli alla Polizia; infine, il profondo radicamento sul territorio degli uomini della Squadra Mobile che, nella compiuta descrizione della vittima, hanno riconosciuto due soggetti gravati da precedenti di polizia nei quali, in passato, si erano imbattuti nel corso di controlli su strada.
Anche sulla scorta di una porzione alfanumerica del targhino del ciclomotore dei malviventi, anch’esso annotato dalla vittima, gli agenti hanno ritenuto di avere a che fare, con buona probabilità, con Pitasi e Barrile. Ritenendo plausibile che i due avessero abbandonato la zona della rapina per raggiungere un quartiere ritenuto più sicuro, presumibilmente il loro, i poliziotti si sono indirizzati nel rione di riferimento per i due pregiudicati ed hanno così raggiunto la via Roccazzo. L’intuizione, a tempo di record, ha dato i suoi frutti: proprio all’angolo con la rotonda di via Leonardo da Vinci, i due sono stati sorpresi nel tentativo di effettuare un prelievo con carta bancomat, evidentemente parte del contenuto del borsello sottratto alla vittima, presso lo sportello di una banca.
Pitasi e Barrile sono stati così condotti presso gli uffici della Mobile e riconosciuti dalla vittima. E’ stato lo stesso Pitasi, messo dinanzi al fatto compiuto, ad ammettere le sue responsabilità in ordine alla rapina ed a fornire indicazioni utili agli agenti per ritrovare parte della refurtiva. In un cassonetto di via Cammarano i poliziotti hanno recuperato così un tablet, un i-pad ed effetti personali della vittima.
Per stessa ammissione dei malviventi, il tablet e l’i-pad erano stati danneggiati e resi inutilizzabili, quasi per ripicca, dopo che i rapinatori avevano constatato l’impossibilità di attivarli in assenza del codice di accesso. La refurtiva recuperata è stata riconsegnata alla vittima che, a seguito dell’aggressione subita, ha riportato ecchimosi e ferite guaribili in 10 giorni.