Ieri, all’interno del Pantheon di San Domenico, a Palermo, c’è stato lo svelamento del monumento funerario dedicato allo scrittore Giovanni Tomasi di Lampedusa, autore de Il Gattopardo.
Ciò grazie al fatto che, nel dicembre scorso. fu accolta l’istanza di padre Sergio Catalano, rettore della chiesa di San Domenico di Palermo, in cui si chiedeva il trasferimento al Pantheon delle spoglie mortali del grande scrittore dalla tomba di famiglia, nel cimitero dei Cappuccini, dove si trovavano dal 28 luglio 1957, data della morte a 61 anni del principe.
“Palermo conferma il suo apprezzamento, la sua vicinanza con un grande della Sicilia, della sensibilità più evoluta quale è stato Giuseppe Tomasi di Lampedusa. La sua produzione letteraria resta ancora oggi un faro, una radiografia di uno spaccato sociale. Nonostante i pregiudizi e le difficoltà, questa città è riuscita a sollevarsi e continua a farlo e il segnale della memoria è importante. La chiesa di San Domenico è il Pantheon dei palermitani, che custodisce i grandi esempi come Giovanni Falcone e da oggi anche quello dello scrittore Tomasi di Lampedusa”. Così Roberto Lagalla, sindaco di Palermo.
E ancora: “Un pensiero particolare lo rivolgo al figlio Gioacchino Lanza che ha dato il via a questa operazione che ha trovato subito sostenitori nei club service, nella comunità religiosa e nella sensibilità della città che oggi è qui presente e che si è tradotta nell’azione del Comune, convinto che queste iniziative siano importanti per la memoria ma anche nella prospettiva del futuro con i giovani che devono attivare la connessione ideale tra esempi del passato come Tomasi di Lampedusa e l’avvenire”.