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PALERMO – Avrebbero fatto pressioni sui commercianti per chiudere un occhio sui controlli in cambio di trattamenti di favore. Vincenzo Virgadamo, 51 anni, Stefano Cardinale, 64, ed Egisto Radicella, di 55, già sospesi dal servizio, sono stati già condannati in via definitiva per "induzione indebita a dare o promettere utilità", come ricorda oggi il "Giornale di Sicilia". La sentenza è stata emessa dalla sezione giurisdizionale presieduta da Luciana Savagnone con il solo Virgadamo costituito in giudizio, assistito dall’avvocato Armando Sorrentino.

Dieci anni fa i tre erano stati l’incubo di imprenditori, commercianti e ristoratori dai quali pretendevano sconti e regali per evitare controlli e multe. Da un imprenditore tessile avevano preteso la consegna di 48 camicie su misura, da un artigiano il montaggio dei climatizzatori nelle rispettive abitazioni, da un commerciante l’assunzione dell’amante, dal titolare di un garage il parcheggio gratuito per le auto di tutta la famiglia.

Finiti nel mirino dei loro colleghi dopo le denunce di alcune vittime e rinviati a giudizio nel 2008, due anni dopo erano stati condannati: Virgadamo a 8 anni di reclusione, di cui 3 condonati, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici; Cardinale a 5 anni, di cui 3 condonati, con l’interdizione dai pubblici uffici per 5; Radicella a 3 anni, interamente condonati, con 5 di interdizione. Nel 2013 la Corte d’appello aveva ridotto le pene e nel 2014 la Cassazione aveva derubricato la concussione in "induzione indebita a dare o promettere utilità" annullando la sentenza d’appello nella parte relativa alle sanzioni con rinvio ad altra sezione.

Nel 2016 la sentenza definitiva: per Virgadamo 5 anni di reclusione, per Cardinale 3 anni e 2 mesi, per Radicella 2 anni con la condizionale. Quanto all’interdizione dai pubblici uffici, veniva eliminata per Radicella e limitata a 5 anni ciascuno per Virgadamo e Cardinale.