Dal 14 settembre al 7 ottobre gli scatti che hanno vinto il più importante concorso di fotogiornalismo al mondo fanno tappa a Palermo. Ospite d’onore il fotoreporter internazionale Burhan Ozbilici, vincitore assoluto dell’edizione 2017 con lo scatto “An assassination in Turkey”
PALERMO – Il fuoco tra i violenti scontri in Venezuela, il volto di una bambina sfregiato da un’esplosione in Iraq, una macchina che travolge la folla di manifestanti in Virginia, un soldato che ha appena ucciso un presunto attentatore suicida dell’Isis. Sono questi alcuni degli scatti in mostra a Palazzo Bonocore, dal 14 settembre al 7 ottobre, per la seconda edizione palermitana del World Press Photo. Dopo il successo dello scorso anno, è sempre il nobile palazzo con affreschi settecenteschi che si affaccia su piazza Pretoria tra il monastero di Santa Caterina e Palazzo Bordonaro ad ospitare il più grande concorso di fotogiornalismo al mondo. Palermo è l’unica tappa del Sud, oltre alle italiane Bari, Torino e Napoli.
Taglio del nastro alle ore 18.30 di venerdì 14 settembre. Dopo la preview, la mostra che fa parte del programma ufficiale di Palermo Capitale Italiana della Cultura sarà aperta al pubblico a partire dalle 20.30. Alla presentazione parteciperà il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, insieme ai rappresentanti istituzionali di Regione Siciliana e Comune di Palermo, Burhan Ozbilici, vincitore del primo premio del World Press Photo nel 2017 e Vito Cramarossa, presidente di Cime, società pugliese organizzatrice di eventi culturali in Italia e all’estero che anche quest’anno ha scelto di portare il WPP a Palermo. Durante il vernissage, gli allievi del conservatorio Vincenzo Bellini accompagneranno con la loro musica il tour tra gli scatti.
Ad aver vinto il World Press Photo of the year è “Venezuela Crisis” di Ronaldo Schemidt. Il fotografo ha immortalato un ragazzo venezuelano avvolto dalle fiamme mentre cerca di scappare. Sul viso ha una maschera antigas, addosso una t-shirt bianca. Sullo sfondo una scritta nera, su un muro di mattoni rossi, sembra essere l’utopia più lontana. “Paz”, “pace”, viene sparata su quello stesso muro da una pistola. L’immagine mostra José Víctor Salazar Balza in mezzo ai violenti scontri con la polizia antisommossa durante la protesta a Caracas, in Venezuela. Il 28enne ha preso fuoco quando è esploso il serbatoio di una motocicletta, sopravvivendo all’incidente con ustioni di primo e secondo grado. Uno scatto che entra di diritto nell’olimpo della fotografia e che ha vinto anche il primo premio nella categoria Spot News Single.
Punta di diamante di questa edizione è il fotoreporter internazionale Burhan Ozbilici. Vincitore assoluto del World Press Photo of the Year 2017 e primo premio per la categoria Spot News dello stesso anno, sarà non solo l’ospite d’onore all’inaugurazione del 14 settembre, ma anche il primo fotografo a tenere una public lecture, domenica 16 settembre alle ore 18.30, a Palazzo Bonocore. Fotografo dell’AP, Associated Press, è l’autore del celebre reportage “An assassination in Turkey – Mevlüt Mert Altıntaş”. L’immagine, che è entrata a far parte degli scatti che hanno fatto la storia, è stata scattata da Ozbilici subito dopo l’omicidio avvenuto ad Ankara, in Turchia, il 19 dicembre 2016 durante l’inaugurazione di una mostra. Quello scatto immortala un poliziotto pochi istanti dopo aver sparato all’ambasciatore russo Andrey Karlov.
Oltre al fotografo turco – che per l’agenzia di stampa internazionale ha coperto la crisi del Golfo in Arabia Saudita e quella in Siria, la prima guerra del Golfo al confine tra Turchia e Iraq, l’esodo dei curdi in Turchia, il loro ritorno in Iraq dopo la guerra del 1991 e ora anche l’arrivo di Papa Francesco a Palermo previsto per il 15 settembre -, per l’edizione 2018 del World Press Photo sono in programma le lecture di tre dei cinque italiani ad aver vinto quest’anno. Il primo, sabato 22 settembre, è Luca Locatelli autore del reportage “Hunger Solution” che ha vinto il secondo premio sezione storie per la categoria Ambiente. Il 29 settembre, invece, ospite del palazzo nel cuore dei Quattro Canti sarà l’unico siciliano in gara. Si tratta di Alessio Mamo, il fotoreporter catanese che si è aggiudicato il secondo posto per la sezione singles per la categoria People con lo scatto su Manal. Infine, sabato 6 ottobre, Francesco Pistilli, terzo premio sezione storie per la categoria General News grazie al reportage “Lives in limbo”. Per l’occasione, presenterà il suo ultimo reportage fotografico di scatti inediti realizzato in Puglia. Tutte le public lecture avranno inizio alle ore 18.30.
Come lo scorso anno, inoltre, durante l’esposizione, Cime organizza incontri di approfondimento non solo sul mondo del fotogiornalismo, ma anche dell’arte a trecentosessanta gradi. Il primo appuntamento, giovedì 21 settembre, dal titolo “Da Pizzo Sella art village all’incompiuto siciliano” porterà al centro del dibattito moderato dal giornalista Antonio Fraschilla l’abbandono e la nuova vita di grandi opere incompiute. Giovedì 27 settembre spazio a “Palermo 2018 : L’arte e la città”, un talk sui grandi eventi che non si esauriscono ad un palinsesto ma dialogano con il luogo che li ospita. Sarà Evelina Santangelo a chiudere il ciclo di incontri, mercoledì 3 ottobre, raccontando Alessandro Leongrande, l’intellettuale che ha saputo rendersi voce autorevole sul fenomeno delle migrazioni.
Saranno 135 gli scatti in mostra, realizzati da 42 fotografi provenienti da 22 paesi di tutto il mondo (Australia, Bangladesh, Belgio, Canada, Cina, Colombia, Danimarca, Egitto, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Norvegia, Russia, Serbia, Sud Africa, Spagna, Svezia, Paesi Bassi, Regno Unito, USA e Venezuela) premiati in otto categorie tra Attualità, Ambiente, General News, Progetti a lungo termine, Natura, People, Sports, Spot News. In totale però, ad aver vinto, sono state 307 fotografie nelle otto categorie. Il ciclo di mostre, che ogni anno attrae più di 4 milioni di persone, ha inaugurato al De Nieuwe Kerk di Amsterdam il 14 aprile scorso e girerà per 100 paesi scelti in 45 paesi di tutto il mondo, tra i quali Palermo. Sponsor tecnici della tappa a Palermo sono il Conservatorio Vincenzo Bellini, Cantine Settesoli, Caffè Morettino, Bioesserì, Visiva e Cityplex Metropolitan.
Quando: da venerdì 14 settembre a domenica 7 ottobre 2018
Indirizzo: Palazzo Bonocore, piazza Pretoria 2
Orari: dal lunedì al giovedì dalle ore 10 alle 20; dal venerdì alla domenica dalle ore 10 alle 22
Costo: 5 euro intero, 4 euro ridotto (under 25 e over 65), 3 euro ridotto scuole, 12 euro abbonamento, 10 euro per i possessori di tessera Arci, gratis per gli accompagnatori dei portatori di handicap.
Ticket: su www.liveticket.it o in biglietteria all’ingresso della mostra
Accredito stampa: press@worldpressphotopalermo.it
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WORLD PRESS PHOTO 2018
UNA GALLERY DI FOTOGRAFIE
1. Ronaldo Schemidt, “Venezuela Crisis”. Il 28enne José Victor Salazar prende fuoco tra i violenti scontri con la polizia durante una protesta contro il presidente Nicolas Maduro a Caracas, Venezuela.
2. Adam Ferguson, “'Boko Haram strapped suicide bombs to them. Somehow these teenage girls survived”. Dopo essere stata rapita dal gruppo Boko Haram, ad Aisha, 14 anni, era stata ordinata una missione suicida per mezzo di alcune bombe assicurate al suo corpo. È riuscita a scappare
3. Ivor Prickett, “The battle for Mosul – Young boy is cared for by Iraqui Special Forces soldiers”. Un bambino trasportato all’esterno dell’ultima area della Città Vecchia controllata dall’Isis da un uomo sospettato di essere un militante, viene preso in cura dai soldati delle Forze Speciali Irachene.
4. Neil Aldridge, “Waiting for freedom”. Un giovane rinoceronte bianco, sedato e bendato, sta per essere rilasciato in natura nel Delta Okavango, Botswana. Un ricollocamento dal Sud Africa necessaria per proteggerlo dai bracconieri.
5. Daniel Beltra, “Amazon: paradise threatened”. Uno stormo di ibis rossi vola su terreni inondati nelle vicinanze di Bom Amigo, Ampà, Amazzoni Brasiliane.
6. Thomas P. Peschak, “Back in Time”. Una fotografia storica di una colonia di pinguini africani è un crudo contrasto con il continuo calo dei numeri della stessa colonia nello stesso territorio nel 2017, sull’isola Halifax, in Namibia. La colonia contava più di 100.000 pinguini.
7. Luca Locatelli, “Hunger Solutions”. Una fattoria agricola nella regione Ovest dell’Olanda, che conta l’80 per cento dei terreni coltivati sotto vetro, è conosciuta nel paese come la ‘capitale delle fattorie agricole’.
8. Anna Boyiazis, “Finding freedom in the water”. Le ragazze di Zanzibar non sanno nuotare per via della cultura islamica e della mancanza di costumi adeguati. In alcuni villaggi però, il progetto Panje dà loro l’opportunità di imparare a nuotare in costumi da bagno totalmente coprenti.
9. Alessio Mamo, “Manal, War Portraits”. Manal, 11 anni, vittima di un’esplosione di un missile caduto su Kirkuk, in Iraq, indossa una maschera per diverse ore al giorno per proteggere il proprio viso a seguito di un complicato intervento estetico nell’ospedale Al-Mowasah ad Amman, Jordania.
10. David Becker, “Massacre in Las Vegas”. 58 persone sono state uccise e più di 500 ferite quando Stephen Paddock, armato, ha aperto il fuoco su una folla di circa 22.000 persone al Route 91 Harvest Country Music Festival nel Mandalay Bay Resort e Casino a Las Vegas, Nevada, USA.
11. Ryan Kelly, “Car attack”. La folla viene scaraventata per aria da una macchina che travolge un folto gruppo di dimostranti che manifestano contro la marcia di estrema destra ‘Unite the Right’, in Charlottesville, Virginia, USA.
12. Kadir van Lohuizen, “Wasteland”. Secondo una ricerca da parte della Banca Mondiale, il mondo genera 3.5 tonnellate di rifiuti solidi al giorno. Una documentazione sul sistema di gestione dei rifiuti nelle metropoli di tutto il mondo indaga come le diverse società gestiscono i loro rifiuti.
13. Magnus Wennman, “Resignation syndrome”. Djeneta, costretta a letto incosciente da due anni e mezzo, è insieme a sua sorella Ibadeta che, da più di sei mesi, è affetta dall’uppgivenhets syndrom, la sindrome della rassegnazione. Si trovano in Hordnal, Svezia.
14. Fausto Podavini, “Omo change”. I bambini indigeni Karo giocano nella sabbia sulle rive del fiume Omo in Etiopia. Lì dipendono interamente dal fiume per il cibo. La foresta vista sullo sfondo è stata ripulita per far posto alle piantagioni di cotone commerciali.
15. Goran Tomasevic, “Mideast crisis Iraq Mosul”. Un soldato delle forze speciali irachene qualche istante dopo aver ucciso un presunto attentatore suicida, durante l’offensiva per riprendere Mosul. La battaglia per recuperare Mosul dall’Isis è iniziata nell’ottobre 2016.
16. Richard Tsong Taatarii, “Star tribune”. John Thompson viene abbracciato nel villaggio di St Anthony, Minnesota, dopo aver parlato ad una manifestazione commemorativa per l’amico Philando Castile, due giorni dopo che l’agente di polizia Jeronimo Yanez è stato prosciolto.
17. Kevin Frayer, “Rohingya refugees flee into Bangladesh to escape ethnic cleansing”. Gli attacchi contro i villaggi dei musulmani Rohingya in Myanmar e gli incendi appiccati alle loro case hanno portato centinaia di migliaia di rifugiati a raggiungere il Bangladesh a piedi o in barca.
18. Francesco Pistilli, “Lives in Limbo”. L’inasprimento della rotta balcanica verso l’Unione Europea ha bloccato migliaia di rifugiati che tentavano attraversare la Serbia per cercare una nuova vita in Europa. Molti trascorrevano l’inverno gelido in magazzini abbandonati di Belgrado.
19. Ami Vitale, “Warriors who once feared elephants now protect them”. Nel Santuario per elefanti di Reteti, di proprietà della comunità nel nord del Kenya, i piccoli di elefante rimasti orfani vengono riabilitati e reintrodotti in natura. L’orfanotrofio degli elefanti è stato fondato nel 2016.
20. Erik Sampers, “Marathon des sables. I partecipanti partono per una tappa a tempo della maratona delle sabbie, nel deserto del Sahara a sud del Marocco, lunga oltre 250 chilometri percorsa sotto temperature altissime che raggiungono i 50 gradi.
21. Thomas P. Peschak, “Attack of the zombie mouse”. Un giovane albatro dalla testa grigia sull’isola di Marion, territorio dell’Antartico del Sud Africa, è rimasto ferito dopo essere stato attaccato da topi di una specie invasiva e ha iniziato a nutrirsi di pulcini e giovani albatros vivi.
22. Javier Arcenillas, “Latidoamerica”. Roberto Arturo Adonay Antonio, presumibilmente un membro di Mara 18, organizzazione criminale internazionale nata come banda di strada di Los Angeles, arriva in un centro di detenzione preprocessuale a Usulutan, in El Salvador.
23. Corey Arnold, “Dumpster diver”. Un’aquila calva banchetta con dei resti di carne tra i bidoni della spazzatura di un supermercato nel Dutch Harbor, Alaska. Gli uccelli sono particolarmente attratti dai pescherecci da traino, ma si nutrono anche di spazzatura.
24. Michael Patrick O’Neill, “Flying fish in motion”. Un pesce volante nuota sotto la superficie della Corrente del Golfo a tarda notte, al largo di Palm Beach, in Florida. Spostando la pinna caudale fino a 70 volte al secondo, può raggiungere una velocità sottomarina di 60 km all’ora.
25. Jasper Doest, “Sacred no more”. I macachi della taverna Utsunomiya Kayabukia, a nord di Tokyo, si esibiscono per gli ospiti. I ritratti di attori famosi e politici sono popolari e la maschera di Donald Trump è tra le preferite dai turisti in visita.
26. Thomas P. Peschak, “Galapagos: rocking the cradle”. Una sula di Nazca sulla Wolf Island nelle Galapagos, libera dai topi, dove gli uccelli nidificano tra i cespugli di cactus.
27. Alain Schroeder, “Kid jockeys”. Un fantino si prepara per l’apertura del cancello, mentre il suo allenatore effettua le ultime regolazioni durante le corse dei cavalli di Maen Jaran, sull’isola di Sumbawa, in Indonesia.