A Castelvetrano si tramanda un'antica arte tutta da mangiare. E' la tradizione del pane nero.
Esso viene realizzato mescolando due semole. Una è quella di grano biondo siciliano e l'altra la si ricava da un grano duro locale molto raro: la tumminia o grano marzuolo. Si tratta di grano integrale e macinato ancora nei mulini a pietra naturale.
Purtroppo il pane nero di Castelvetrano non ha ancora ottenuto il riconoscimento di presidio Dop (prodotto di origine protetta), ma ci si sta lavorando. Tuttavia è tutelato come presidio di Slow Food.
Come viene preparato il pane nero
Per prima cosa la farina va impastata con acqua e sale di Trapani + del lievito naturale: “lu criscenti”. Non resta quindi che attendere che il lievito faccia effetto e che la pasta gonfi.
E' poi la volta del forno. Lo si porta a 300 °C e si cuoce il pane.
Tuttavia il forno non è proprio uno di quelli normali. Esso è infatti in pietra ed è alimentato con fronde di ulivo tagliate nella potatura. Quando il forno è arrivato a 300 °C, si toglie la brace, si pulisce accuratamente il forno con una scopa di palma nana e poi si inforna il pane, che cuoce molto lentamente (visto che non c'è un fuoco diretto ad alimentarlo).
Perchè è così buono?
A parte il fatto che faccia bene all'intestino e alla regolarità, poichè realizzato con farina integrale, il pane nero di castelvetrano ha un inconfondibile profumo tostato con note di mandorla e malto.
Inoltre lo si può conservare a lungo.
Che forma ha?
Il pane nero presenta la classica forma di pagnotta (vastedda) o a “zampa di bue” (cuddura).
Raggiunge il peso di un 1 KG ed un diametro tra i 20/30 centimetri. E' spesso dagli 8 ai 10 centimetri.
La crosta è ricoperta di semi di sesamo. E' dura e di colore scuro molto vicino al caffè.
All'interno invece il pane è di color giallo grano e la sua mollica è morbida e dal sapore molto dolce.
E' incredibile…
E' incredibile ma questo pane ha rischiato l'estinzione. Quindi amici, se potete, provatelo. Siamo sicuri che non tornerete più indietro.
Come amo mangiarlo
La tradizione suggerisce di mangiare il pane nero di Castelvetrano appena sfornato e caldo tagliandolo in due e riempendolo di olio extravergine (meglio se della locale Nocellara del Belìce), sale, origano, pomodoro a fette, formaggio tipico della zona (primosale o Vastedda), acciughe o sarde diliscate e basilico.
Autore | Viola Dante;
Foto da: http://www.castelvetranoselinunte.it