Gli introiti dei biglietti d’ingresso nei Parchi Archeologici siciliani potranno essere utilizzati per pagare i salari accessori al personale di custodia. In questo modo si eviterà il problema delle aperture straordinarie che affligge da tempo l’isola. Questo è quanto previsto dal disegno di legge approvato dal governo Musumeci, su proposta dell’assessore ai Beni Culturali, Sebastiano Tusa.
Il testo punta a semplificare la legge 20 del 2000, eliminando le differenze attualmente esistenti tra il Parco di Agrigento e le altre strutture.
«L’istituzione dei Parchi archeologici – ha detto il presidente della Regione Nello Musumeci – è tra le priorità del mio governo. Vogliamo adottare un modello virtuoso per la fruizione dei Beni culturali nella nostra isola, con strutture dotate di autonomia scientifica e di ricerca, organizzativa, amministrativa e finanziaria. I numeri ottenuti fino a oggi ci confermano la validità di questo percorso: una gestione snella e autonoma che rappresenta una formula moderna di godimento e tutela, con una costante crescita, sia in termini di qualità dei servizi che di richiamo turistico per un vasto territorio».
«Nei sei mesi trascorsi dalla mia nomina – ha aggiunto l’assessore Tusa – ho istituito il Parco di Segesta e quello di Pantelleria. In diciotto anni dall’approvazione della legge che ha previsto i Parchi archeologici in Sicilia, ne erano stati istituiti solo tre: Agrigento, Naxos e Selinunte. Uno dei paradossi della nostra Regione, che non ha attuato una buona legge, che molti invece ci invidiano. Ho accettato l’incarico di assessore dei Beni culturali, da parte del presidente Musumeci, soprattutto per vincere, insieme a lui, questa sfida: la Sicilia deve avere tutti e ventuno i Parchi previsti. Con l’approvazione di questo disegno di legge da parte della giunta di governo, la Sicilia avrà finalmente quell’impulso in termini di sviluppo culturale che i parchi archeologici, con la loro nuova strutturazione, potranno dare».