Dopo le straordinarie scoperte legate alla villa del Navarca Eraclio, il Parco Archeologico di Segesta non smette di stupire, con tante sorprese. Dallo straordinario ephebicon all’abitato ellenistico romano, ecco tutte le novità emerse dagli scavi.
Le meraviglie del Parco di Segesta
La villa di lusso del navarca Eraclio è un tripudio di marmi e mosaici colorati, con vista mozzafiato sulle colline e fino al mare del golfo di Castellammare. Si indaga anche sulla palestra per i ragazzi, l’ephebicon tutto da studiare, che è emerso negli scavi in corso sull’Acropoli Nord. E, ancora, sulla collina a Sud si torna a indagare su una parte in cui si spera di trovare le case dell’abitato ellenistico romano.
Con la nuova stagione di scavi arriveranno università da ogni parte del mondo: Tuxon, Michigan, Berlino, Ginevra, la Normale di Pisa, l’Alma Mater di Bologna, Viterbo e Palermo. La direttrice del Parco Archeologico di Segesta, Rossella Giglio, spiega all’Ansa: «La realtà è che qui c’è ancora tantissimo da fare».
Questi luoghi, prima ancora di essere popolati da greci e romani, sono stati storica culla degli antichi elimi. Le tante convenzioni siglate con università e istituti di cultura rappresentano importanti possibilità per l’area archeologica. Fondamentali anche gli interventi dedicati alla vivibilità del parco, con nuovi percorsi e servizi, un piccolo antiquarium, panchine, cartelloni e sentieri.
Nelle ultime settimane, Segesta è stata al centro di alcune polemiche per le installazioni di arte moderna della Fondazione Merz e le dichiarazioni di Vittorio Sgarbi. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha chiesto e ottenuto una revisione del progetto. Polemiche che, comunque, non hanno minimamente scalfito l’attrattività del Parco.
Aumentano, infatti, i visitatori, che sono stati all’incirca 1.500 al giorno nelle ultime settimane, a fronte di una media del sito che non superava le 350mila presenze annue. Foto: Sicilianmama – Licenza.