U Ballu di Diavuli è una importante tradizione. Gli appuntamenti della Pasqua in Sicilia evocano antichi riti. Un tempo, nelle manifestazioni pagane, si celebrava l’equinozio di primavera che suggerisce, tra i fenomeni più arcani della natura, l’idea della morte e della risurrezione come la scomparsa e la rinascita della vegetazione.
Tra i tanti eventi, si distingue per unicità dei costumi e spettacolarità dei riti U Ballu di Diavuli (Ballo dei Diavoli) di Prizzi (PA). È un momento che unisce fede e folclore, scenario dell’incontro-scontro tra opposti: cristianesimo e paganesimo, primavera e inverno, vita e morte.
Sappiamo che quest’anno non sarà possibile svolgere processioni, ma vogliamo comunque ricordare questo importante evento.
La manifestazione si svolge a Prizzi nel giorno di Pasqua. Rifacendosi alle più remote consuetudini popolari, evidenzia numerosi elementi teatrali delle rappresentazioni delle tragedie greche richiamando i più antichi ed arcaici rituali.
U Ballu di Diavuli cosa è
Nel tempo il rito ha assunto un’interpretazione cristiana: è il trionfo del Bene sul Male, attraverso la vittoria di Cristo Risorto. Cristo, a Prizzi, nell’atto dell’incontro con la Madre, viene ostacolato dalle tre figure protagoniste de U Ballu di Diavuli: i Diavoli e la Morte.
L’iconografia della festa si basa su dei costumi e delle maschere particolari. Ci sono i Diavoli, che indossano una tuta di tela di iuta di colore rosso porpora che simboleggia il fuoco dell’inferno e un’ampia e pesante maschera di ferro di colore rosso scuro con una larga bocca. Da questa fuoriescono la lingua e i grossi denti. È munita di corna di montone e di vello di pecora che ne ricopre le spalle (uno nero e l’altro bianco).
Agitano in mano e sbattono sulla maschera tranci di catene, a simboleggiare la momentanea libertà del male. La Morte indossa una tuta anch’essa di iuta ma di colore giallo ed un’orrenda maschera di cuoio. La maschera ricorda un teschio, dalla cui bocca escono denti aguzzi. Tiene in mano uno strumento, che nelle fattezze simula una balestra (che così viene chiamato), con il quale dirige le malefatte dei Diavoli e con cui punta le vittime prescelte che offrendo un obolo salvano simbolicamente la loro anima dalla cattura e dall’inferno.
Dopo il ballo, nel momento più importante, i diavoli e la morte cominciano ad agitarsi freneticamente per tentare di impedire l’incontro tra Cristo Risorto e la Madonna correndo da una statua all’altra; via via la distanza tra Cristo e la Madonna si riduce fin quando si ritrovano uno di fronte l’altra.
All’intonare dell’Inno di Benedizione della banda, le due statue si corrono incontro e finalmente, al terzo inchino, il manto nero della madonna cade per lasciare il posto a quello azzurro smagliante. I diavoli e la morte, ormai in trappola, vengono uccisi dalle spade degli Angeli schierati a protezione del Cristo; così la Madre ed il Figlio potranno ricongiungersi.
Foto Antonino Canale