Inoltre Verga descrisse chiaramente la sua visione del paese siciliano descrivendolo come “ideale dell’ostrica”, ovvero riguardante la condizione di sicurezza che un individuo può provare (simile ad un’ostrica) in quanto legato sentimentalmente alla famiglia e alla sua cultura nativa. Secondo l’autore siculo, infatti, colui che tenta ad evadere dalla sua condizione di protezione familiare ed a puntare al miglioramento è destinato al fallimento.
Comunque, non siamo qui a fare lezioni di Verga, bensì ad analizzare cosa ci è rimasto del passato della nostra amata terra: ci hanno tramandato bellissime poesie dedicate a quei splendidi luoghi che si possono ammirare in ogni punto della Sicilia.
“Sicilia, bedda mia, terra d'incantu
Terra d'amuri e di lu sentimentu
Cu ti lassa, ti lassa cu lu chiantu
e quannu torna ridi e de cuntentu!”
Perché è la verità. Quando si visita la Sicilia, splende una luce immensa negli occhi, per la gioia che si prova a visitare ogni sua parte, ogni suo piccolo segreto nascosto. Quando un turista o un siciliano ne parla, lo fa allo stesso modo di Pirandello, ovvero la elogia ed esprime tutto il suo orgoglio per questa isola con la sua posizione centrale sul Mediterraneo. Questa terra è rappresentata da noi, noi che seguiamo ogni nuovo avvenimento, ogni minimo cambiamento, noi che sogniamo il delizioso cibo siciliano ogni notte, pregando di tornare in Sicilia il più presto possibile per assaporare tutti i gusti possibili di arancini. Noi che la amiamo per quello che è, la amiamo per il mare che la circonda, la amiamo per i profumi degli alberi di aranci che si possono sentire lungo le strade di campagna, noi che la ammiriamo per tutto ciò che ci ha insegnato e tutto ciò che ci ha regalato, tutte immense emozioni che custodiremo nel nostro cuore per sempre.
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