Esistono alcuni ingredienti iconici, che da sempre caratterizzano i piatti della tradizione siciliana. Quegli ingredienti rimangono sempre attuali, nonostante il passare del tempo, e continuano a essere immancabili sulla tavola e nelle dispense di Sicilia. Tra di essi vi sono indubbiamente passolina e pinoli. Se non siete siciliani, probabilmente il nome passolina vi suona del tutto nuovo (e anche un po’ sconosciuto!). Nessun dubbio, invece, sui pinoli, cioè i semi eduli di alcune specie di pini. Cerchiamo di scoprire meglio cosa intendiamo quando parliamo di passolina e perché non possiamo semplicemente definirla “uvetta“.
La passolina è un tipo particolarissimo di uva passa, ampiamente utilizzata nella cucina siciliana. Deve il suo nome al processo di essiccazione, non tanto al fatto di essere una determinata varietà. Partiamo da un presupposto: non va confusa con l’uva passa bionda e dolce, quella usata in pasticceria. È un’uvetta piccola, dal colore nerastro. Il connubio passolina e pinoli rende eccezionali ricette come gli involtini siciliani, la pasta con i broccoli arriminati o la pasta con sarde e finocchietto. Esistono diversi tipi di uva passa. Con il nome passolina si indica generalmente l’uvetta di Corinto: somiglia a un grano di pepe nero, non ha semi e presenta un gusto acidulo, ma dolciastro. Si coltiva in prevalenza in Sicilia, in particolare a Lipari. Diffusissima, naturalmente, anche la coltivazione in Grecia.
Tutt’altra cosa è l’uva passa di Pantelleria, che si ricava dall’uva zibibbo o Moscato di Alessandria di quei luoghi. Questa qualità è di colore biondo ed è caratterizzata da una grana più grossa rispetto all’uvetta di Corinto. Ha un sapore estremamente dolce e si utilizza esclusivamente in pasticceria. In Sicilia, ancora, abbiamo anche la cosiddetta “passula“: si ricava da altri tipi di uva, è sprovvista di semi, presenta un colore chiaro e una grana più grossa delle altre. Il gusto è dolce, ma non troppo intenso, quindi si presta a preparazioni dolci e salate.