Pochi dolci sanno raccontare la storia e l’opulenza della pasticceria siciliana come “la patata o patata dolce”, un’autentica delizia, tipica della Sicilia occidentale, oggi quasi dimenticata.
Questo dolce dalle origini antiche, nato a Trapani nella prima metà dell’Ottocento, deve il suo curioso nome alla sua forma ovale e alla sua incredibile morbidezza, che ricorda il celebre tubero.
La patata era inizialmente un dolce esclusivo e ricercato, destinato a impreziosire le tavole dei nobili, simbolo di opulenza e raffinatezza per la presenza di ingredienti pregiati.
La ricetta originale trapanese
Come riportato da Francesco Caravello nella sua pagina Facebook “Ciboturista” la ricetta originale prevede due strati soffici di Pan di Spagna imbevuti di rum, farciti con una sorprendente crema di marron glacé. Il tutto viene avvolto in una finissima pasta di marzapane e completato con una spolverata di cacao e zucchero a velo.
Un equilibrio perfetto tra consistenza e dolcezza, che regala un gusto deciso e raffinato. Questa versione trapanese, dalla preparazione meticolosa, è purtroppo oggi proposta solo da pochissime pasticcerie, tra cui l’Eurobar di Dattilo celebre per i suoi deliziosi cannoli.
La variante palermitana
Se a Trapani la Patata affonda le sue radici nel gusto aristocratico dei marron glacé, nella variante palermitana il ripieno si veste di una raffinatissima crema pasticcera.
Anche in questo caso, la struttura resta fedele all’originale: pan di Spagna soffice e profumato, marzapane avvolgente e una finitura delicata di zucchero a velo.
La versione palermitana celebra l’eleganza della pasticceria del capoluogo, regalando un gusto più morbido e avvolgente.
Le pasticcerie del capoluogo si cimentavano nella preparazione di questo dolce come omaggio alla ricca tradizione della città.
Ancora oggi, seppur raro, rappresenta un punto d’incontro tra la semplicità delle materie prime e l’abilità artigianale dei maestri pasticceri ed è possibile gustarlo presso la pasticceria Magrì e Magnolie di Palermo.
Ogni assaggio di questa specialità offre un tuffo nel passato, raccontando di una Sicilia che non dimentica la propria storia.
Foto di Francesco Caravello