Da sempre, i viaggiatori di tutto il mondo rimangono affascinati dalla Sicilia e dalle sue meraviglie. Nell’epoca del Grand Tour (XVII secolo), giunse sull’isola Patrick Brydone: lo scozzese scrisse una sola opera letteraria, Viaggio in Sicilia e a Malta, che trasse spunto proprio da quel suo viaggio. Si tratta di una delle principali opere che riguardano il Grand Tour e della prima in assoluto a proposito della Sicilia.
È un romanzo epistolare, composto da lettere (fittizie) che l’autore avrebbe mandato a William Beckford di Somerley. In realtà, è di una rielaborazione degli appunti del viaggio compiuto realmente dallo scienziato scozzese in Sicilia e a Malta tra il 15 maggio e il 29 luglio 1770. Ebbe un’eco molto vasta per tutta la fine del Settecento e dell’Ottocento, ma in Italia è stata pubblicata integralmente solo nel Novecento.
La versione integrale in italiano, dopo vari estratti, fu pubblicata nel 1901 da Giorgio Pignatorre ma quasi tutti i volumi vennero distrutti da un incendio nel corso del terremoto di Messina. Nel 1968 ne è stata pubblicata un’altra versione parziale, tradotta da Flavia Marenco e M.Eugenia Zuppelli e nel 2005 quest’ultima versione è stata completata dalla traduzione di Elisabetta Messina. L’opera è stata il manuale più letto e conosciuto in tutta l’Europa del Settecento. Una guida per conoscere meglio luoghi per alcuni troppo lontani, una terra al centro del Mediterraneo.
Il viaggio di Patrick Brydone in Sicilia
Patrick Brydone partì nel 1767 per il suo viaggio fra l’Italia e Malta.
Giunse in Sicilia nella primavera del 1770. Visitò l’isola rimanendo colpito dallo splendido scenario portuale della città di Messina con la cosiddetta “Palazzata” o “Teatro marittimo”, dal vulcano Etna, da Taormina, Siracusa e da Palermo dove ebbe modo di vedere il Festino di Santa Rosalia. Descrisse anche la «degna confraternita» ovvero l’intrecciato connubio fra nobiltà, potere locale e malfattori. Rientrò in Scozia nel 1771, dopo essere ripassato da Napoli, Roma e Svizzera.
Pubblicò Viaggio in Sicilia e a Malta l’8 aprile 1773 e poco dopo ricominciò a viaggiare come precettore: visitò Svizzera, Francia, Austria, Germania, Ungheria, Polonia e Russia. Nel 1783 smise di viaggiare e nel 1785 si sposò con Mary Robertson, da cui nacquero le figlie Mary, Elizabeth e Wilhelmina.
Da quel momento, non si mosse più dalla Gran Bretagna, pur continuando ad effettuare degli esperimenti e a studiare tutte le nuove pubblicazioni scientifiche. Rimase in contatto con molti amici sparsi in tutta Europa e Walter Scott gli dedicò il poemetto Marmion.