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Quando pensiamo alla Sicilia non possiamo fare a meno di pensare a quel mix di tradizioni e culture che da sempre la contraddistinguono, un’isola plurale, come diceva Bufalino, in cui “tutto è dispari, mischiato e cangiante”.

La nostra isola, per secoli crocevia di civiltà nel cuore del Mediterraneo, ha giocato un ruolo centrale nella storia antica, influenzando culturalmente e politicamente le regioni circostanti e dando i natali a grandi pensatori, che hanno lasciato un’impronta indelebile in vari campi, dalla filosofia alla scienza, dalla politica alla letteratura.

Di seguito, presentiamo i dieci pensatori siciliani più famosi dell’antichità, le cui vite e le cui opere continuano ad essere ancora oggi una fonte inesauribile di ispirazione e di studio.

Stesicoro di Imera

Stesicoro (circa 630-555 a.C.), noto anche come Tisia, fu un poeta lirico, considerato uno dei grandi innovatori della poesia greca antica. Nato ad Imera operò per molto tempo alla corte di Falaride, tiranno di Agrigento.

Quando il tiranno invase la colonia di Imera, Stesicoro fu costretto a fuggire trovando dimora a Catania, dove darà vita a una scuola citraetica (canti corali accompagnati dalla cetra).

Le sue opere, pur essendo giunte a noi solo in frammenti, mostrano una notevole abilità nel narrare eventi mitologici e storici attraverso la lirica corale.

Stesicoro è ricordato come il poeta maledetto. Stando alla leggenda, infatti, il poeta avrebbe perso la vista come punizione per avere nei suoi versi accusato di adulterio Elena di Troia, pronta a gettarsi nuda tra le braccia dell’amante Paride.

Empedocle di Agrigento

Empedocle (circa 490-430 a.C.) è stato un politico, poeta, oratore e filosofo della scuola presocratica, noto per la sua teoria dei quattro elementi fondamentali: terra, aria, fuoco e acqua.

La sua visione cosmogonica, che includeva anche le forze di amore e odio come principi che uniscono e separano gli elementi e le sue teorie sull’anima e sulla reincarnazione hanno esercitato una notevole influenza sulla successiva tradizione filosofica e scientifica.

Secondo la leggenda Empedocle sarebbe andato a vivere sull’Etna per studiare i quattro elementi naturali e proprio qui avrebbe trovato la morte gettandosi nel vulcano per mostrare al mondo la sua immortalità.

La sua morte, avvolta nel mito, è stata fonte di ispirazione per gli antichi scrittori e oggetto di numerose opere letterarie.

Empedocle

Gorgia di Lentini

Un altro siciliano illustre è Gorgia di Lentini (circa 485-380 a.C.), sofista e oratore, discepolo di Empedocle e dei retori siracusani Corace e Tisia, che ha giocato un ruolo cruciale nello sviluppo della retorica e dell’arte oratoria in Grecia, mettendo in discussione le nozioni convenzionali di verità e giustizia.

Con la sua eloquenza e la sua abilità retorica, Gorgia ha esplorato il potere del linguaggio di persuadere e manipolare, anticipando questioni che sarebbero diventate centrali nella filosofia postmoderna.

Nella sua opera più famosa “Del non essere o della natura” Gorgia pone l’attenzione su tre concetti fondamentali: “Nulla esiste; Se alcunché esiste, non è comprensibile all’uomo; Se anche fosse comprensibile, non è comunicabile agli altri”.

Gorgia di Lentini ha avuto una vita lunga e piena, morendo all’età di 109 anni a Larissa in Tessaglia.

Dionisio I di Siracusa

Sebbene non sia un filosofo in senso stretto, Dionisio I (circa 432-367 a.C.) grazie alle sue mire espansionistiche, la sua astuzia e abilità di stratega riuscì ad accrescere la potenza e l’influenza di Siracusa nel Mediterraneo, diventando uno dei più potenti e influenti governanti della Sicilia antica.

Dioniso non si limitò al mero esercizio del potere militare, ma fu anche un mecenate delle arti e delle lettere, promuovendo la cultura greca nella sua corte e ospitando artisti, filosofi e poeti. La sua corte divenne un centro di attività culturale e intellettuale, con la presenza di figure di rilievo come il drammaturgo Euripide e lo storico Filisto.

Nonostante le sue qualità di leader e comandante militare, Dionisio fu anche soggetto a critiche per il suo regime autoritario e le sue politiche oppressive. La sua ricerca di potere lo portò ad essere sospettoso e spietato verso i dissidenti e i potenziali rivali, tanto da essere ricordato come il tiranno di Siracusa.

Epicarmo  

Epicarmo è stato un poeta, commediografo e filosofo, considerato il fondatore della commedia siceliota insieme a Formide. Le sue opere, in cui si avverte l’influsso delle opere di Eschilo come “I Persiani”, riflettono una profonda comprensione della natura umana e della società.

Fin da bambino visse alle corti di Gelone e Gerone e scrisse 52 drammi, raccolti da Apollodoro in 10 libri. Di questi sono a noi giunti, però, solo 35 titoli e 300 frammenti.

Gli argomenti prediletti di Epicarmo erano legati al mito, soprattutto al ciclo di Ulisse (Odisseo disertore, Odisseo naufrago, Sirene) e di Eracle (Nozze di Ebe, Eracle e Folo, Pircha e Prometeo, Ciclope, l’Amico) ed altre di argomento umano (Il contadino, Terra e mare, I furti, La Megarese, Visitatori del tempio, Speranza o ricchezza, Discorso e discorsa, I pellegrini) o ancora Dionisio, La sfinge, Commiati e le Baccanti.

Archimede di Siracusa

Archimede (287-212 a.C.), grande matematico, fisico e inventore siracusano, è universalmente riconosciuto per i suoi contributi fondamentali in ambito scientifico. Le sue scoperte nel campo della fisica, in particolare il principio di Archimede, e le sue invenzioni, come la vite idraulica e le macchine belliche usate durante l’assedio di Siracusa, hanno avuto un impatto duraturo sulla tecnologia e sulla scienza.

Archimede, nonostante sia conosciuto soprattutto come matematico e ingegnere, ha mantenuto un approccio filosofico al suo lavoro, cercando i principi universali che governano il mondo naturale. Le sue scoperte e invenzioni, frutto di un rigoroso metodo di indagine e sperimentazione, riflettono un profondo interesse per l’ordine sottostante dell’universo, un tema caro ai filosofi dell’epoca.

Teocrito

Teocrito (ca. 310 a.C. – ca. 250 a.C.) fu un poeta bucolico della scuola alessandrina, nato a Siracusa e considerato uno dei creatori del genere pastorale in letteratura. I suoi idilli, epigrammi e carmi giunti fino a noi grazie a manoscritti medievali e una ventina di papiri, costituiscono un vero e proprio archetipo poetico.

Teocrito racconta la Sicilia bucolica con i suoi pascoli verdeggianti, le acque cristalline e i suoi frutti meravigliosi sovrapponendo il realismo del paesaggio agreste all’idealizzazione, rappresentando la campagna come un “locus amoenus” dove trovare la pace e la serenità.

Con le sue opere Teocrito ha ispirato diversi autori nel corso dei secoli come Virgilio, Dante e Torquato Tasso.

Timoleonte di Corinto

Timoleonte (circa 411-337 a.C.), generale e statista, è noto per il suo ruolo strategico nel liberare Siracusa dal tiranno Dionisio II e nel riportare la democrazia nella città.

La sua leadership e le sue riforme hanno portato a un periodo di prosperità e stabilità in Sicilia. Come ricorda Diodoro il sovrano “Si preoccupò immediatamente di dare una nuova legislazione, emanando leggi democratiche, e fissò scrupolosamente le norme giuridiche sui trattati privati e su ogni altra disposizione nel massimo rispetto dell’uguaglianza”.

Timoleonte favorì anche lo sviluppo urbano e il ripopolamento di intere aree della Sicilia, in precedenza deserte.

Gelone I di Siracusa

Tra gli uomini che hanno lasciato il segno in Sicilia c’è sicuramente Gelone I (morto nel 478 a.C.), tiranno di Siracusa, abile stratega celebre per la sua vittoria contro i Cartaginesi nella battaglia di Imera nel 480 a.C.

Questo successo non solo salvò la Sicilia dall’invasione cartaginese, ma rafforzò anche il potere di Siracusa come città-stato dominante nell’isola.

In pochi anni Gelone divenne l’uomo più importante di tutta la Grecia e l’Europa, considerato un tiranno giusto e moderato, ben lontano dalle efferatezze che avevano contraddistinto Falaride.

Diodoro Siculo

Tra gli uomini siciliani illustri dell’antichità c’è anche Diodoro Siculo (I secolo a.C.), nato ad Agira nel 90 a.C. circa passato alla storia come autore della “Bibliotheca historica“. Lo storico siciliano ha infatti realizzato un’opera enciclopedica che racconta la storia del mondo conosciuto fino al suo tempo, un lavoro monumentale che richiese ben 30 anni e diversi viaggi di approfondimento in Europa e in Asia.

Le sue dettagliate descrizioni degli eventi e delle culture antiche e i testi di autori passati sono oggi una preziosa fonte di informazioni per gli studiosi moderni.

L’opera di Diodoro è ritenuta a tutti gli effetti un “libro-biblioteca”, ossia un libro fatto di altri libri, quelli che Diodoro leggeva e che ha riassunto o epitomato nel suo lavoro, svolgendo così un fondamentale ruolo di conservazione e trasmissione del sapere.

Foto in evidenza da Depositphotos.com

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