Pensioni, una manovra a quattro mani governo-Inps rischia di pesare parecchio sui cittadini. Dal 1 gennaio 2017 le 21 milioni di pensioni erogate mensilmente dall'Inps non verranno più accreditate il primo del mese, ma il "secondo giorno bancabile". A spiegare l'enigma sulle pagine di "Libero" è l'avvocato civilista Massimo Cammarota del foro di Roma:
"A differenza di quanto deliberato dal Cda dell' Inps, che disponeva che le pensioni siano pagate il primo giorno non festivo del mese, il decreto del governo determina due cambiamenti. Il primo evidentissimo: tra primo e secondo giorno del mese. L'altra modifica consiste nel cambio da giorno non festivo a bancabile. Così la valuta degli accrediti verrebbe spostata non di un solo giorno, cosa già inaccettabile, ma ciò comporterebbe il raddoppio delle probabilità che uno dei due giorni interessati fosse festivo, con un ulteriore slittamento dei pagamenti".
La situazione diventa problematica. Lo si capisce sfogliando il calendario 2017: lo spostamento al secondo giorno bancabile, guarda caso, comporterà un ritardo complessivo di ben 29 giorni per l'intero anno. È come se si "fregasse" a ogni singolo pensionato circa un mese di valuta. È lo stesso Libero a spiegare che
"questa alchimia contabile e bancaria" forse serve a "racimolare qualche milioncino. Con 15,8 milioni di 'clienti' al mese (i pensionati) e miliardi di euro da pagare, basta ritardare di qualche giorno per risparmiare milioni e milioni di interessi. A fare due conti – e mantenendosi bassi – si tratta di alcune centinaia di milioni di euro l' anno. Forse 400".