Cosa rende unico il peperoncino dei 7 anni?
- Conosciamo da vicino un prodotto tipico siciliano davvero particolare.
- Si tratta di un peperoncino che cresce sui Nebrodi, dotato di una caratteristica molto particolare.
- Perché si chiama peperoncino dei sette anni? Scopriamolo insieme.
Il territorio siciliano è ricco di prodotti eccezionali, che si distinguono grazie ad alcune qualità che li rendono unici. Facciamo tappa nel territorio dei Nebrodi, per conoscere da vicino un peperoncino che, già con il solo nome, sa attirare l’attenzione. Appartiene alla grande famiglia del Capsicum annuum, cioè una delle cinque specie principali del genere Capsicum, che comprende anche peperoni e conta un gran numero di cultivar. Il peperoncino dei 7 anni dei Nebrodi deve il suo nome alla longevità della pianta. Questa, infatti, grazie al clima temperato e mite della Sicilia, può fare frutti per almeno sette anni. La condizione è che non scenda al di sotto dei 5 gradi per troppo tempo.
La coltivazione è tipica della provincia di Messina, in particolare del versante che guarda verso le Isole Eolie. Il suolo, infatti, qui è ricco di sabbia e in grado di drenare molto bene. Questa pianta non gradisce i ristagni d’acqua e richiede terreni sciolti di medio impasto, ricchi di sostanza organica. Il peperoncino dei sette anni dei Nebrodi è molto prolifico. Ogni pianta produce in media un chilo di frutti. I peperoncini possono raggiungere una lunghezza di 10 centimetri, con una larghezza di 3 centimetri. Si può coltivare in vaso e, anche in questo modo, può raggiungere grandi dimensioni, superando il metro e mezzo di altezza. Ama il sole, ma non le temperature troppo elevate (pensate che può anche scottarsi).
Caratteristiche del peperoncino dei sette anni
Questi peperoncini siciliani hanno un colore che varia dal verde scuro al verde/giallo chiaro chiaro. Si raccolgono solitamente quando inizia la pigmentazione, intorno ai quattro-cinque mesi successivi alla semina. I frutti possono essere conservati a 0°C anche per una trentina di giorni. A rendere speciale questo prodotto è la croccantezza: rimane, infatti, croccante anche quando viene conservato sottaceto. In cucina si utilizza per diversi piatti, primo tra tutti “u cozzu chino“: una pagnotta scavata e riempita con pomodorini, peperoncino e acciughe salate. È un piatto della tradizione povera: i pastori raccoglievano diverse erbe selvatiche, le stufavano con l’aglio e le mettevano nel pane con il peperoncino. Nel corso della mattinata, il pane assorbiva l’olio e quando era l’ora di pranzo, era pronto.