Sapete perché i fiori d’arancio sono il simbolo del matrimonio? La domanda sembra semplice ma, in realtà, ci offre la possibilità di raccontare alcuni interessantissimi fatti.
Non c’è matrimonio che si rispetti in cui la sposa non abbia un bouquet o in cui la chiesa non sia ornata con fiori bianchissimi e profumati. Il fiore d’arancio non stanca mai, per la sua eleganza e per il suo profumo. Questo candido fiore decora la città di Cordova, in Spagna, con filari d’alberi disposti ai lati del corso principale, donando all’aria di primavera un profumo ricco e inebriante.
Leggenda narra che una pianta d’arancio venne data in dono al re di Spagna da una principessa bellissima di cui il sovrano si innamorò perdutamente. Un giorno un ambasciatore chiese al re se poteva prelevarne un ramoscello, ma lui gli rispose seccamente di no. Il diplomatico non si diede per vinto: voleva quel ramoscello; così decise di corrompere uno dei giardinieri del reame, che per il suo favore venne ricompensato con 50 monete d’oro.
Quelle monete andarono a costituire la dote della figlia del giardiniere, che per il giorno del fatidico sì, indossò tra i capelli un ramoscello di fiori d’arancio in rappresentanza di quello che il padre aveva procurato all’ambasciatore. Da quel momento in poi, il fiore d’arancio divenne simbolo di felicità ma anche del tanto agognato suggello, in quanto fu per via di quello scambio, e dunque della ricompensa, che la ragazza, non più povera, fu in grado di maritarsi.
Secondo le norme del Galateo,i fiori d’arancio non dovrebbero mai mancare in un matrimonio. Il bouquet della sposa, in particolare, dovrebbe essere regalato la mattina stessa delle celebrazioni, proprio dallo sposo in persona e dovrebbe essere composto da fiori d’arancio.
Oggi, alcuni dei fiori più utilizzati come ornamento sono il gelsomino, le rose bianche, le violette, i fiordalisi, i gigli, simbolo di verginità e purezza, e, più recentemente, le calle, che, con il loro corpo lungo ed affusolato ben si prestano all’elegante raffinatezza dell’abito candido.
Ancora oggi, qualcuno osa arricchire la capigliatura della sposa con alcune gocce di essenza di fiori d’arancio, la stessa che viene ad arricchire, ad esempio, l’impasto della famosa pastiera napoletana. Ma l’acqua ai fiori d’arancio è anche l’elemento profumato dei cannoli e della tipica cassata siciliana.
Essendo un alimento particolarmente coltivato al Sud, soprattutto sull’Isola, l’arancio viene infatti utilizzato, nella tradizione gastronomica, in molteplici varianti. Il prezioso frutto arancione, ricco di vitamina C, può essere l’ingrediente di un liquore aromatico, se lavorato ad elevate temperature, oppure ancora essere utilizzato in versione candita per realizzare dolci squisiti. Simbolo dell’inverno, l’oro arancione di Sicilia viene apprezzato anche così com’è, in lunghe barrette candite ripassate nello zucchero.
Foto di Giovanni Sammartano