Vi siete mai chiesti perché i babbaluci si chiamano così? Tra i termini più conosciuti della lingua siciliana, vi è sicuramente “babbaluci”, che indica le lumache. La Sicilia, grazie alla sua umidità, è una terra perfetta per le chiocciole, diffuse in tutto il territorio e molto utilizzate in alcuni piatti della tradizione. Ma non divaghiamo.
L’origine del termine babbaluci non è proprio sicula. Il sostantivo viene dall’antica Grecia: qui, con il termine boubalàkion si indicavano sia le lumache che i bufali (se vi state chiedendo perché, è perché hanno in comune le corna). Il suono, in Sicilia, è stato modificato, diventando buvalàci e rimanendo tale per alcuni secoli.
Dopo la dominazione araba, però, la parola subì la contaminazione del termine babbūš, che per la gente del luogo era diventato babbùcia. Da quella commistione, dunque, nacque la forma che conosciamo oggi, cioè babbaluci.
Alternativa a questa è vavaluci, che tuttavia ha origini diverse: nascerebbe, infatti, dall’incontro tra babbaluci e vava, cioè bava. Volendo fare un confronto, possiamo dire che il termine vavaluci è un po’ più colorita e rende l’idea delle lumachine che, camminando, lasciano la loro scia.
Adesso sapete perché i babbaluci si chiamano così.