La lingua siciliana è ricca di espressioni colorite e folkloristiche. Quelle espressioni accompagnano la vita di tutti i giorni, riuscendo a dare vitalità anche alle giornate più grigie. Sulla nostra isola ci piace fare tutto in abbondanza, a cominciare dalla tavola. Guai a servire piccole porzioni! Il buon cibo va mangiato con gusto e, soprattutto, nella corretta quantità. Avrete sicuramente sentito dire l’espressione a tinghitè (o tinchitè, o tignitè), proprio in riferimento a qualcosa che viene servito in abbondanza, in quantità spropositata. Vi siete mai chiesti da dove derivi questa definizione così diffusa, dal suono così tanto musicale?
Una prima risposta arriva da Giuseppe Gioeni, nel suo Saggio di etimologie siciliane: l’espressione arriverebbe dalla Spagna. Nella regione catalana, infatti, viene utilizzato “a tingut tè”, che significa “oltre all’avuto, eccoti ancora”. I conti tornano, dunque, perché c’è una corrispondenza con la Sicilia. Le spiegazioni, tuttavia, non finiscono qui. Un articolo a firma di Eva Luna Mascolino, pubblicato da Sicilian Post, ci dice qualcosa di più. Il termine a tinghitè sarebbe un’abbreviazione del sintagma “ti inghi tè”, cioè “ti riempi tu”, con un riferimento a un interlocutore che non si pone limiti. Entrambe le interpretazioni calzano alla perfezione e non esiste, di fatto, un’unica certezza. O forse sì. La certezza è che in Sicilia si continuerà a fare tutto in abbondanza e a mangiare, quando le cose sono buone, a tinchitè.