La tradizione dei detti siciliani è ricca di frasi che traggono spunto dalla quotidianità e, soprattutto, dalla cucina e dalla tavola. Abbiamo già visto insieme, ad esempio, perché si dice “Abbagnarici ‘u pani” e oggi torniamo a occuparti dei modi di dire più famosi, chiamando in causa un piatto tipico: il macco di fave. Conosciuto affettuosamente anche solo come “macco“, in siciliano si chiama ‘u maccu di favi o ‘u maccu. È una crema di fave, che può essere consumata così com’è o insieme alla pasta, diventando un primo ancora più ricco. Le fave sono un alimento cardine della vita contadina. Cibo povero per eccellenza, venivano chiamate “carne dei poveri”, poiché ricche di proprietà e in grado di fornire proteine ed energia. Per questo le classi meno abbienti erano solite farne grandi scorpacciate. Oggi hanno perso la connotazione popolare, ma la loro bontà è rimasta immutata (soprattutto se diventano macco!). Ma cosa c’entrano le fave con i modi di dire? Proseguendo nella lettura, lo capirete.
Il detto di cui vogliamo parlarvi è davvero interessante e anche sagace. Per comprenderlo meglio, partiamo dalla semplice traduzione: “Raccogliere l’olio sopra il macco”. Bene, vi suona ancora poco chiaro? Non c’è problema, perché siamo qui per questo. Anzitutto, sappiate che il macco viene rigorosamente condito, prima di essere servito, con un bel giro di olio a crudo (buon olio siciliano, ovviamente). Questo modo di dire si riferisce a quelli che sono un po’ tirchietti e che, quindi, fanno economia il più possibile, rasentando l’assurdo, come raccogliere l’olio da un piatto già condito. Certo che il detto Cogghiri l’ogghiu supra ‘u maccu è davvero interessante!