Vi siete mai chiesti perché la Iris si chiama così? Parliamo di uno dei dolci più famosi della pasticceria siciliana, ricco e invitante, con un goloso ripieno a base di crema di ricotta e gocce di cioccolato. Oggi abbiamo pensato di rendergli omaggio attraverso la sua storia. Già, perché come molte delle preparazioni siciliane della tradizione, anche l’Iris ha tanto da raccontare.
La storia della Iris
L’ideatore di questo dolce fu, nel 1901, il pasticcere palermitano Antonio Lo Verso (insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro da Vittorio Emanuele III). L’occasione fu la serata di gala per l’opera Iris di Mascagni. Nacque così la Iris, che presto divenne richiestissima dalla prestigiosa clientela che frequentava la sua caffetteria situata in via Roma. Il successo fu tale da spingere Lo Verso a chiamare allo stesso modo il suo locale, un bar in stile Belle Époque.
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Si narra che il pasticcere avesse visto tutte e 15 le rappresentazioni dell’opera Iris messe in scena al Teatro Massimo. Così, dunque, nacque una prelibatezza, che venne replicata in altre pasticcerie, non solo palermitane, ma anche della Sicilia. Alla ricetta tradizionale si sono aggiunte numerose varianti, con pistacchio, cioccolato o crema. Esiste anche la versione non fritta della Iris, così come quella salata. Ma l’autentica e originale rimane lei: quella fritta.
Perfetta per fare colazione, ma buona a ogni ora del giorno, conquista anzitutto alla vista. Dorata all’esterno e morbida all’interno, è un vero piacere del palato. Impossibile non provarla!