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Natale da mordere: i torroni siciliani.

  • La tradizione dolciaria dell’isola include alcune delizie croccanti, a base di mandorla e semi di sesamo.
  • Sono simil-torrino preparati con frutta secca, semi e diversi aromi.
  • Petrafennula, giuggiulena e cubbaita sono tutti da mordere!

I dolci siciliani di Natale sono tanti e tutti deliziosi. Ce n’è davvero per tutti i gusti: durante le festività ritornano le ricette della tradizione, quelle che scaldano il cuore e rallegrano il palato. Tra questi, vi è una tipologia di dolce che viene declinata in modi leggermente diversi, ma simili: stiamo parlando dei croccanti, simil-torroni a base di zucchero, frutta secca o semi e diversi aromi. I nomi Petrafennula, Giuggiulena e Cubbaita vi dicono qualcosa? A noi sì!

  • La Giuggiulena deve il suo nome ai semi di sesamo (chiamati, appunto, giuggiulena). Viene preparata con zucchero, miele, sesamo e mandorle tostate. Questo dolce, chiamato anche cubàita di sesamo, presenta diverse somiglianze con quelli che caratterizzano la zona del bacino del Mediterraneo. Il che non stupisce, visto che la pianta del sesamo è proprio tipica delle zone dell’India, e dell’Africa.
Cubbaita - Foto di Mario Cacciola

Foto di Mario Cacciola

  • La Petrafennula affonda le radici nel passato arabo della nostra bella Sicilia. Chiamata anche Pietrafendola o Petrafernula, si prepara con miele, mandorle, bucce di cedro o arance, confettini e cannella. Non è un dolce di facilissimo consumo, perché è molto dura. Esiste un solo modo per mangiarla: lasciarla sciogliere pazientemente in bocca.
  • Anche la Cubbaita, così come i dolci siciliani di Natale di cui abbiamo appena parlato, è molto croccante. Le sue origini della cubbaita di mandorle sono antiche. Dobbiamo andare indietro nel tempo, all’827 d.C., agli inizi della dominazione saracena, con lo sbarco degli Arabi a Mazara del Vallo. Il nome deriva da “qubbiat“, che in arabo significa “mandorlato”. Le diverse ricette includono, oltre alle mandorle e al miele, anche pistacchi, noci, nocciole o semi di sesamo.

Foto in evidenza di Elena Barbara

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