Nel luglio 2016, in Gran Bretagna un bimbo di 3 mesi venne picchiato e affogato a morte. Il 10 maggio scorso il padre è stato condannato per omicidio colposo e maltrattamenti. Inoltre è stato condannato per crudeltà nei confronti di una persona di età inferiore ai 16 anni. La mamma del piccolo, invece, è stata condannata solo per maltrattamenti.
All'epoca dei fatti, i genitori chiamarono i soccorsi affermando di aver trovato il figlioletto in stato di incoscienza. Giunti sul posto, i paramedici hanno trovato il bambino completamente fradicio e con segni di percosse su tutto il corpo. Nei suoi polmoni sono state ritrovate grosse quantità di acqua. Nonostante i soccorsi, il bambino è morto in ospedale a causa delle ferite riportate. Fatale un trauma celebrale.
L’autopsia ha accertato che il bambino aveva la spalla fratturata e 4 costole rotte. L’analisi di un patologo ha rivelato che le fratture del bambino risalivano da quattro a otto settimane prima del decesso. Durante il processo a suo carico, il papà ha dichiarato che a causare il trauma celebrale al figlio fosse stato un paramedico e, secondo quanto riportato dalla Bbc, ha detto che "sembrava che il paramedico non sapesse cosa fare per salvare mio figlio".
Gli investigatori hanno ritrovato sul computer dell’uomo diverse ricerche su internet estremamente sospette come 'sindorme del bambino scosso', 'posso strizzare mio figlio', 'emorragia interna dovuta a trauma' e 'costole fratturate'. Tutte queste ricerche su internet sono state fatte dal padre del piccolo nelle settimane precedenti alla morte del bimbo.
Richard Pegler, ispettore della polizia del Gloucestershire, ha dichiarato: "È stato un caso complesso e difficile perché non sappiamo esattamente cosa sia successo quella mattina. Solo due persone sono coinvolte. Quello che sappiamo è che la morte di Ah’Kiell non è stata naturale o spiegata prontamente dai genitori e che le sue ferite sono state davvero non accidentali".