Si fa presto a dire granita. Ma prima di parlarne bisognerebbe sapere cosa rappresenta questa dolcezza made in Sicily per i siciliani e per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di assaggiarla.
Il viaggio “sentimentale” di Dario Barbera
Parte da questo presupposto il viaggio di Dario Barbera, autore del libro ‘Piccola guida pratica e sentimentale alla granita siciliana’ alla scoperta di uno dei must della tradizione isolana, che partendo dalla Milano di fine anni Ottanta fino ad arrivare al Meridione vero, autentico e arso dal sole che una granita riesce a rinfrescare rendendo più tollerabile la calura dell’estate siciliana.
Granita da oriente ad occidente
Il lettore si ritrova, così, a camminare tra le pagine del libro insieme all’autore percorrendo strade polverose e assolate in cerca di una granita degna di questo nome. Infatti come avviene per altri “cibi sacri” della tradizione siciliana, uno tra tutti l’arancina/o per cui resta in piedi l’eterna diatriba tra la Sicilia orientale e quella occidentale circa il genere da attribuirle, anche nel caso della granita oriente e occidente si contendono il titolo di quella migliore nonostante in entrambi i lati dell’Isola vi siano luoghi in cui questa preparazione refrigerante sia preparata in maniera eccellente.
Mille modi, un solo nome: granita
Fine o grossolana, con brioche ( o brioscia per dirla alla sicula) con tuppo o senza tuppo, con pane o con biscotti, con panna o senza, ai gusti di frutta fresca o frutta secca, non c’è, davvero limite, alle diverse combinazioni che si possono comporre quando si parla di granita ma, soprattutto, anche la stagione non è necessariamente l’estate perché in Sicilia la granita si mangia tutto l’anno e, in luoghi come Messina, la cosiddetta “mezza con panna” rappresenta un vero must della colazione dei messinesi 365 giorni all’anno.
“Non esiste ricordo che non abbia un sapore”
Così l’autore alterna i propri ricordi all’esperienza attuale inserendo tra le pagine le parole di scrittori, romanzieri e cantastorie che della granita siciliana hanno lasciato traccia nelle loro opere. Ne risulta una narrazione agile e piacevole che narra un itinerario fatto non solo di immagini ed esperienze reali ma anche, e soprattutto, sentimenti e umori della terra di Sicilia.
Alla fine del percorso il lettore sarà arricchito di un’approccio sentimentale che nulla c’entra con le ricette delle granite che un libro che tratta questo argomento potrebbe lasciare ipotizzare. Sentimentale perché se è vero, e lo è, che “non esiste ricordo che non abbia un sapore” quello della granita per i siciliani rappresenta un sapore che rientra nella sfera della propria identità e, in quanto tale, fortemente legato alla nostra parte senziente e, perché no, sentimentale.