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Piero Barone de Il Volo: “La mia fortuna è stata nascere in Sicilia”

La carriera di Piero Barone de Il Volo è iniziata da giovanissimo: dal talent “Ti lascio una canzone”, al quale ha partecipato a 15 anni, oggi è arrivato al successo con gli altri “tenorini” Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble. Ha cantato con Lady Gaga, Celine Dion, Bono e Placido Domingo, ha fatto una tournée con Barbra Streisand, ha vinto Sanremo.

Della sua carriera e anche della sua vita privata, ha parlato in un’intervista a Repubblica: “Avendo iniziato la carriera così giovani, molti ci immaginano eternamente bambini. Non è stato facile scrollarsi di dosso questo sguardo. È stata una parentesi difficile della mia vita: la chiave per superarla è stata stare al passo con i tempi ed evolversi ma sempre mantenendo la propria identità, con serietà e professionalità”.

Parlando del recente concerto nella Valle dei Templi, Barone ha sottolineato: “Cantare sotto il tempio della Concordia è un sogno che si è realizzato. E, se devo dirla tutta, la mia fortuna è stata nascere in Sicilia“. Quindi ha aggiunto: “Ho ereditato dall’Isola tutto ciò che sono. Non sono nato in un hotel a cinque stelle e vedo il bello della vita nelle piccole cose. Sono cresciuto a Naro, un piccolo centro dove il tempo scorre lentamente, con mamma casalinga e papà carrozziere. Ha chiuso la sua autofficina per seguirmi negli Stati Uniti: noi de “Il volo” siamo stati i primi artisti italiani ad avere firmato un contratto con un major americana, la Geffen, di proprietà della Universal. Ma non era scritto da nessuna parte che sarebbe andata bene, il rischio di trovarsi a mani vuote c’era”.

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A scoprire la sua voce è stato il nonno, “che aveva una voce più bella della mia e cantava in un gruppo di musica folkloristica in paese. Avevo sei anni e iniziai a canticchiare sull’altalena in campagna una canzone popolare, “Lu sale calia, talia talia”, mentre lui registrava una musicassetta. Sentendomi cantare, si fermò: “Piero, vieni un attimo”. È nato tutto così”.

“Il sabato pomeriggio mio padre si faceva due ore di macchina all’andata e al ritorno per portarmi al coro di voci bianche ad Agrigento e poi dal maestro di canto a Vittoria. Se l’immagina come reagirebbe un ragazzino se suo padre volesse portarlo al coro della chiesa? Gli tirerebbe le pentole in testa. Io invece ero felice: quelle due ore di tragitto con papà restano tra i miei ricordi più belli”.

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“La domenica invece c’erano i festival. Una volta, a fine estate, dissi a mio padre: “Basta pa’, sono stanco”. “Facciamo l’ultimo a settembre”, mi rispose perché credeva in me. Era a Cosenza, una follia. Partimmo a bordo di una Citroen Xantia blu, ma venni scartato: era una competizione pop e c’entravo poco. Un talent scout, però, si accorse di me: mi voleva per “Ti lascio una canzone”. Quel giorno mi cambiò la vita”, ha concluso il tenorino siciliano.

Redazione