Biografia di Pino Puglisi, il sacerdote palermitano ucciso dalla mafia, diventato beato nel 2013. Le tappe fondamentali della vita di Don Pino: dove è nato, la lotta alla mafia, come è stato ucciso. Cosa ha fatto per il quartiere di Brancaccio di Palermo. Il suo insegnamento e il ricordo. Dove sono le sue spoglie.
Tutti lo hanno conosciuto come Pino, ma all’anagrafe era Giuseppe. Pino Puglisi è nato l 15 settembre del 1937, nella borgata palermitana di Brancaccio, in cortile Faraone numero 8. Era figlio di un calzolaio di nome Carmelo e di una sarta di nome Giuseppa. Nella stessa borgata, la mafia ha ucciso il 15 settembre del 1993, nel giorno del suo 56esimo compleanno.
Entrò nel seminario diocesano di Palermo nel 1953 e venne ordinato sacerdote il 2 luglio del 1960, dal cardinale Ernesto Ruffini, nella chiesa-santuario della Madonna dei Rimedi. L’anno seguente divenne vicario cooperatore presso la parrocchia del Santissimo Salvatore, nella borgata di Settecannoli (una zona limitrofa a quella di Brancaccio).
Dal 1962 Pino Puglisi è stato anche confessore delle suore basiliane Figlie di Santa Macrina, nell’omonimo istituto e, a partire dal novembre del 1964, ha operato nella vicina chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi, a Romagnolo. In questi stessi anni iniziò anche a insegnare. Fu presente al professionale Einaudi (1962-63 e 64-66) alla media Archimede (63-64 e 66-72), alla media di Villafrati (70-75) e alla sezione staccata di Godrano (75-77), al magistrale Santa Macrina (76-79) e, infine, al liceo classico Vittorio Emanuele II (78-93).
Nel frattempo, nel 1967, divenne cappellano presso l’istituto per orfani “Roosevelt”, all’Addaura (borgata marinara del lungomare Cristoforo Colombo di Palermo) e vicario alla parrocchia Maria Santissima Assunta, a Valdesi. Ricevette la nomina di vicedirettore del seminario arcivescovile minore nel 1969 e, nello stesso anno, partecipò a una missione nel paese di Montevago (Agrigento), colpito dal terremoto.
Già da questi anni, Pino Puglisi seguì da vicino i giovani e si interessò alle problematiche dei quartieri ai margini della città di Palermo. Si interessò con attenzione ai lavori del Concilio Vaticano II e ne diffuse i documenti tra i fedeli, avendo uno speciale riguardo per il rinnovamento della liturgia, il ruolo dei laici, i valori dell’ecumenismo e delle chiese locali.
Attraverso il suo impegno e le sue attività, Don Pino voleva portare l’annunzio di Gesù Cristo nel territorio, facendosi carico delle problematiche della comunità cristiana. All’inizio del mese di ottobre del 1970 ricevette la nomina di parroco di Godrano, un paesino della provincia di Palermo, segnato da una sanguinosa faida. Vi rimase fino alla fine di luglio del 1978 e riuscì a riconciliare le famiglie dilaniate dalla violenza, grazie alla forza del perdono.
Sempre in questo stesso periodo, unì le forze anche con Lia Cerrito e altri volontari del movimento Crociata del Vangelo (dal 1978 “Presenza del Vangelo”), fondato dal frate minore siciliano Placido Rivilli. Seguì le battaglie sociali di un’altra zona degradata, alla periferia orientale della città di Palermo, lo “Scaricatore“, insieme al centro della zona dei Decollati gestito dalle assistenti sociali missionarie, tra cui Agostina Ajello.
Arriviamo così al mese di agosto del 1978, anno in cui Pino Puglisi ricevette la nomina di pro-rettore del seminario minore di Palermo. L’anno seguente, nel mese di novembre, l’arcivescovo Salvatore lo scelse per il ruolo di direttore del Centro diocesano vocazioni. Nell’ottobre del 1980 divenne vice delegato regionale del Centro vocazioni.
Dal mese di febbraio del 1986 fu direttore del Centro regionale vocazioni e membro del Consiglio nazionale. Dedicò lunghi anni agli studenti e ai giovani del Centro diocesano vocazioni, con grande fervore. Realizzò, attraverso una serie di campi-scuola, un percorso formativo di grande esempio dal punto di vista pedagogico e anche cristiano.
Pino Puglisi fu animatore in Sicilia di tanti movimenti, tra cui: Presenza del Vangelo, Azione cattolica, Fuci, Equipes Notre Dame, Camminare insieme. Gli anni Novanta si aprirono con il ministero sacerdotale anche presso la Casa Madonna dell’Accoglienza di Boccadifalco, dell’opera pia Cardinale Ruffini, che aiuta giovani donne e ragazze-madri in difficoltà.
Diventa, nel mese di settembre del 1990, parroco a San Gaetano, nel quartiere di Brancaccio. Nell’ottobre del 1992 assunse anche l’incarico di direttore spirituale del corso propedeutico presso il seminario arcivescovile di Palermo. Pino Puglisi inaugurò il Centro Padre Nostro di Brancaccio il 29 gennaio del 1993: un punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere.
Lo aiutarono, in questo periodo, alcune suore, tra cui suor Carolina Iavazzo, e il viceparroco, Gregorio Porcaro. Collaborò anche con i laici della zona dell’associazione Intercondominale, per rivendicare i diritti civili della borgata, attraverso la denuncia di collusioni e malaffari. Subì minacce e intimidazioni, che culminarono con l’efferato omicidio.
Pino Puglisi venne assassinato nel giorno del suo 56esimo compleanno, il 15 settembre del 1993. Si trovava sotto casa, in piazzale Anita Garibaldi. Venne seppellito al cimitero di Sant’Orsola, nella cappella di Sant’Euno, di proprietà dell’omonima confraternita laicale. Nell’aprile del 2013 la salma venne traslata nella Cattedrale di Palermo.
L’attività di Don Pino, come ricostruito anche dalle inchieste giudiziarie, fu il movente dell’omicidio. Dopo gli arresti, i processi condannarono esecutori e mandanti mafiosi con sentenze definitive. Sin dal primo momento, subito dopo il delitto, si sollevarono molte voci che richiedono il riconoscimento del martirio.
A Palermo, in Sicilia e anche in Italia, ci sono tanti centri, scuole e strutture, nonché strade e piazze che ne portano il nome. Tutto il mondo dedica commemorazioni alla sua memoria, dagli Stati Uniti al Congo, fino all’Australia. A partire dal 1994, il 15 settembre segna l’apertura dell’anno pastorale della diocesi di Palermo.
A cinque anni di distanza dal delitto, nel dicembre del 1998, il Cardinale Salvatore De Giorgi insediò il Tribunale ecclesiastico diocesano per il riconoscimento del martirio. L’indagine si concluse a livello diocesano nel maggio del 2001. L’incartamento passò alla Congregazione per le Cause dei Santi in Vaticano. Nell’agosto 2010 il Cardinale Paolo Romeo nominò il nuovo postulatore, mons. Vincenzo Bertolone.
La Congregazione fornì l’assenso finale alla promulgazione del decreto per il riconoscimento del martirio di Don Puglisi nel mese di giugno del 2012. Il 25 maggio del 2013 avvenne la beatificazione al Foro Italico Umberto I di Palermo.
La ricorrenza del Beato Puglisi si tiene il 21 ottobre di ogni anno, giorno del suo battesimo. Padre Pino Puglisi è il primo martire della Chiesa Cattolica morto per mano mafiosa. Questo il ricordo di Papa Francesco in occasione della cerimonia di beatificazione del 25 maggio 2013:
“Don Puglisi è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il Vangelo vissuto li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà però è lui che ha vinto con Cristo risorto”.
Presso il Centro Diocesano Vocazioni di via Matteo Bonello, nel capoluogo, esiste un Archivio Puglisi, di scritti editi ed inedite, testimonianze e archivi: lo si può contattare scrivendo a archiviogiuseppepuglisi@diocesipa.it. La vita e la morte di Pino Puglisi hanno disvelato la malvagità della mafia e l’incompatibilità della criminalità con il messaggio evangelico.