Pippo Balistreri ha 70 anni e, da 40 anni, è il “comandante” del palco del Festival di Sanremo. Direttore di palcoscenico dal 1981, risolve tutti i problemi: dà una spinta ai cantanti dietro le quinte o, nel giro di un break pubblicitario, trasforma il teatro Ariston. Un talento 100% siciliano.
Pippo Balistreri, dalla Sicilia a Sanremo
Al comando del Festival di Sanremo 2022 c’è sempre lui: il siciliano Balistreri. Capitano di 20 persone, coordina tutti, affinché lo show possa rispettare i tempi tecnici e la parte scenica sia sincronizzata con quella tecnica, musicale e televisiva. Non è certo roba da poco. In una recente intervista a “Leggo“, Pippo Balistreri ha raccontato un po’ di aneddoti e curiosità sul suo lavoro.
Le restrizioni legate al Covid hanno un po’ modificato la gestione del Festival di Sanremo, racconta il direttore di palcoscenico, «A pieno regime, l’Ariston, che pure è un teatrone, è sempre stato una bolgia: pochi camerini, corridoi stretti, piccoli spazi comuni. E un via vai di cantanti, direttori d’orchestra, discografici, ospiti…».
Di cantanti e artisti, nel corso di questi anni, ne ha visti. Conosce i loro segreti, sa quali sono quelli che si aiutano con l’auto-tune e chi, invece, non vuole nessun “effetto speciale”. «Al mio primo Sanremo – ricorda su Leggo – nell’81, Loretta Goggi era terrorizzata. Edoardo De Crescenzo aveva cantato “Ancora” e l’Ariston era esploso in un applauso che sembrava non finire più. Lei veniva subito dopo con “Maledetta primavera”. Il panico la paralizzò. Quando Claudio Cecchetto la presentò rimase ferma dietro le quinte. Dovetti spingerla io in palcoscenico e, come per incanto, il panico svanì».
Festival di Sanremo, Balistreri racconta i colpi di scena
Al Festival di Sanremo non sono mai mancati gli imprevisti, come l’incursione di “Cavallo Pazzo”: «Bloccarlo mi costò un pugno», racconta Pippo Balistreri. Ci sono anche stati momenti “al cardiopalma”, come quando Adriano Celentano, da ospite, chiese di cambiare 22 elementi dell’orchestra, su una cinquantina. La Rai accordò la variazione: «A cambiamento freneticamente già effettuato, un funzionario viene dentro e fa: “Rinviamo Celentano, adesso facciamo un altro cantante in gara”. È stata la volta in cui mi sono detto: è finita, dovremo andare “a nero”. Ho rischiato un infarto».
Quando si parla dei conduttori, “capitan” Balistreri ha tanto da raccontare: «Ah no, pagelle non ne do. Da Baudo abbiamo imparato tutti: per competenza, professionalità, ci ha insegnato soprattutto i tempi dello spettacolo. Ma ho lavorato bene anche con con Fazio, Bonolis, Carlo Conti. Morandi e Baglioni hanno portato una ventata d’aria fresca musicalmente parlando. Amadeus poi è un grande, lavoratore infaticabile, una ne pensa e cento ne fa, proprio come suo compare Fiorello».