Pippo Caruso, biografia e carriera del direttore d’orchestra, arrangiatore e compositore siciliano, scomparso nel 2018. Dove è nato, come è diventato famoso, la televisione e il Festival di Sanremo. La vita privata e tutte le curiosità, le collaborazioni con gli artisti italiani e internazionali, l’amicizia con Pippo Baudo.
Pippo Caruso
Tutti lo conoscono come Pippo Caruso, ma nasce come Giuseppe Caruso a Belpasso, il 22 dicembre del 1935. Muore a Fara in Sabina, in provincia di Rieti, nel Lazio, il 28 maggio del 2018, all’età di 82 anni.
Per il suo aspetto con i baffetti e i capelli ondulati alle spalle, conquista il soprannome di D’Artagnan, uno dei celebri Tre Moschettieri. Per anni è amico e collaboratore di Pippo Baudo, siciliano come lui, con cui stringe amicizia sin dai tempi dell’università.
Proprio il conduttore di Militello in Val di Catania, in occasione della morte di Pippo Caruso, racconta: “Ha segnato la storia della nostra canzone, un’epoca importante dello spettacolo e della cultura in Italia. Con lui se ne è andato un amico fraterno”.
Carriera
Dagli anni Settanta in poi, quello di Caruso diventa un nome praticamente “di casa” per milioni di italiani, grazie al sodalizio professionale con Baudo. Dirige, bacchetta alla mano, le orchestre rai di Roma e Milano, l’orchestra sinfonica della Rai e del Festival di Sanremo, quella di Roma e del Lazio. E queste sono solo alcune.
In televisione esordisce nel 1973, con “Canzonissima“, scrivendo per la presentatrice Mita Medici la sigla “Ruota libera”. Da quel momento, lega il suo successo professionale alle fortune di Pippo Baudo, che affianca regolarmente in tanti programmi. Da Sanremo a “Fantastico”, da “Serata d’Onore” a “Numero Uno”, fino ad arrivare a “Domenica In“. Una carriera tra musica e televisione. Insieme a Baudo, contribuisce al lancio di Heather Parisi e Lorella Cuccarini, per le quali scrive balletti e canzoni.
I successi
Fra i maggiori successi commerciali di Pippo Caruso c’è sicuramente “L’amore è”, cantata da Lorella Cuccarini e Alessandra Martines per la sigla dello show “Fantastico 7”. Sono arrivati in vetta alla hit parade anche brani come “Il Maestro di violino“, “Ancora”, “Johnny Bassotto”, “Isotta”, “La tartaruga”.
Ancora oggi è indimenticabile ed è considerato un vero marchio di fabbrica del festival, il famoso jingle “Perché Sanremo è Sanremo”, datato 1995. Caruso ha collaborato con grandi artisti del mondo della musica e dello spettacolo italiano.
Ha lavorato con Domenico Modugno, Ornella Vanoni, Eduardo De Crescenzo, Mia Martini, Bruno Lauzi, Lino Toffolo, i New Trolls, Enzo Jannacci, Alberto Sordi, Enrico Montesano. E, ancora, Nino Manfredi, Orietta Berti, Pippo Franco, Loretta Goggi, Nino Taranto, Lino Banfi, Umberto Smaila, Alberto Lionello e Sandra Mondaini.
Non sono mancate prestigiose collaborazioni con grandi star internazionali, come Liza Minnelli, Céline Dion, Michael Bolton, George Benson, Andreas Vollenweider, Katia Ricciarelli, Andrea Bocelli, Giorgia, Kenny G, Charles Aznavour, Gilbert Bécaud, Michael Bublé e Pat Metheny.
L’estro e la creatività di Pippo Caruso hanno anche arricchito il mondo del cinema, con alcune importanti colonne sonore. Si ricordano quelle di “Maladolescenza” (1975), “Porca società” (1978), “L’occhio dietro la parete” (1977), “Le evase – Storie di sesso e di violenze” e “Massimamente folle” (1985).
Pippo Caruso è morto il 28 maggio del 2018, a 82 anni. I funerali sono stati celebrati nella chiesa Santa Croce di Passo Corese, frazione del Comune di Fara in Sabina in provincia di Rieti.
Ricordandolo in un’intervista su Tv, Sorrisi e Canzoni, Pippo Baudo racconta: “Mi ha sempre sorpreso come in un paese piccolo in provincia di Catania possa essere nato un uomo con una mente così vasta e straordinaria. Parlava correntemente inglese, francese e tedesco. Ricordo che a un Festival di Sanremo Gilbert Bécaud, dopo aver ascoltato l’arrangiamento di Pippo della canzone C’est en septembre, rimase muto per la meraviglia, lo abbracciò e mi disse: ”Lo porto via con me!”. E io: ”Non se ne parla proprio!””.
Vita privata di Pippo Caruso
Nato a Belpasso, in provincia di Catania, ha scelto più avanti di andare a vivere nel verde, a Passo Corese, una frazione di Fara in Sabina, provincia di Rieti, ma sempre a un passo da Roma e pronto a tornare a lavorare.
In seguito a una banale caduta in casa, la rottura di un femore lo costringe sulla sedia a rotelle: i postumi di quell’incidente lo conducono lentamente alla fine. Ha sposato una donna polacca, che, racconta in un’intervista, aveva conquistato in un night romano eseguendo “Ne me quitte pas”.