Se siete siciliani o vi capita spesso di essere in Sicilia, allora avrete già sicuramente sentito dire il temine “pìspisa“. Oggi vogliamo approfondirlo insieme perché, anche in questo caso, la lingua siciliana rivela tante sfumature e sorprese, che ne testimoniano la vivacità.
La prima cosa che sicuramente colpisce, di fronte a questa parola, è la sua musicalità, il modo in cui la si pronuncia. Come tutti i termini tipici della nostra tradizione, richiama subito alla memoria i nostri nonni che, magari, si riferivano ad alcuni di noi come pìspise e pìspisedde.
Con il termine pìspisa, in siciliano si intende generalmente una persona con carattere e temperamento vivace e scattante, agile. Qualcuno che non riesce a stare fermo. Il termine deriva da un uccellino, il cui nome italiano è “Cutrettola” (“Motacilla flava”), definita dall’enciclopedia Treccani come segue:
cutréttola s. f. [dall’ant. cutretta, che è il lat. tardo cauda trĕpĭda «coda tremula»]. – Nome di varie specie di piccoli uccelli della famiglia motacillidi, di colore grigio uniforme o bianco-giallastro superiormente, giallo inferiormente, che nidificano a terra: la c. gialla (lat. scient. Motacilla flava), comprendente diverse sottospecie, è comune anche in Italia, dove nidifica sulle Alpi. Altre specie sono chiamate ballerina e batticoda, per il caratteristico modo di camminare sbattendo graziosamente e con frequenza la coda; di qui anche l’uso come termine di paragone in frasi quali dimenarsi, muoversi come una c.; vispa come una cutrettola.
Partendo già da questa descrizione, si evince che dunque una pìspisa è vispa e vivace e che, di fatto, l’accezione siciliana richiama quella italiana. Se, inoltre, la pìspisa è piccola o molto giovane, la si definisce “pìspisedda“. Lo si può riferire anche a una persona che spicca per il suo estro e la sua inventiva, che non vuole rimanere ferma a oziare, ma si vuole dare da fare.
Volendo andare ancora oltre, scopriamo che esiste un’ulteriore significato per questa parola siciliana. Nel vocabolario di Traina, il termine è riferito infatti anche a una “persona attillata e leggiadra”.
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