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Catania come Barcellona e Genova, il piano per il rinnovamento del Porto

Una profonda trasformazione dell’intera area portuale, per migliorarne la funzionalità e l’integrazione con la città: è l’obiettivo del nuovo Piano Regolatore del Porto di Catania. Entro un anno è attesa la sua approvazione, che prevede investimenti tra opere pubbliche e private per un miliardo di euro. Maggiori dettagli sono emersi dall’incontro tra il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale, Francesco Di Sarcina, e il sindaco Enrico Trantino nella sede di Confindustria con la partecipazione della presidente Maria Cristina Busi Ferruzzi e il past president con delega al Porto, Antonello Biriaco.

“Il porto rappresenta un collegamento fondamentale, e per un’isola come la nostra è un valore aggiunto che contribuisce in modo significativo al Pil – ha detto Di Sarcina – e il nuovo Piano regolatore mira a creare di un’area di 84mila metri quadrati destinata ad accogliere navi da crociera di oltre 340 metri, affiancata da una nuova stazione marittima di 5mila metri quadrati. Per questa struttura sono già state stanziate le relative risorse, con l’obiettivo di migliorare i servizi ai passeggeri e incrementare il numero di crocieristi fino a raggiungere quasi 500mila l’anno”.

Il sindaco Trantino sogna “per Catania un porto come quelli di Genova o Barcellona, dove i cittadini possano godere appieno di uno spazio che appartiene alla città”. “L’abbattimento degli archi della marina? Certo – ha osservato – indispone molti catanesi, tuttavia potrebbe essere necessaria questa decisione. Occorre una valutazione approfondita, e a breve ci sarà un incontro a Roma con le Ferrovie dello Stato per decidere come procedere. A ogni modo quella che verrà abbattuta è la parte finale e quindi ”non barocca” degli archi”.

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“L’economia marittima, che genera il 10% del PIL italiano e vale oltre 178 miliardi di euro – ha ricordato Maria Cristina Busi Ferruzzi – è un pilastro fondamentale per il nostro Paese. Il Porto di Catania, grazie alla sua diversificazione, è una risorsa chiave, con Augusta destinata a diventare l’hub per i container e Catania focalizzata su crociere, traghetti e diporto. Per realizzare appieno il potenziale del porto serve una visione ampia e lungimirante. Questa infrastruttura non è solo un motore per l’economia locale, ma un’opportunità strategica per tutta la Sicilia, che deve rimanere connessa al resto del Paese e all’Europa”.

Redazione