Grande partecipazione di fedeli, autorità ecclesiastiche, politiche, civili e militari per la diciottesima edizione del Premio fondato da Don Antonio Garau. Presente, per la prima volta, il Presidente della Repubblica.
Ieri sera, 03 dicembre 2023, al Teatro Politeama di Palermo, gremito di numerosi fedeli, alte autorità istituzionali, religiose, civili e militari si è svolta la XVIII edizione del Premio Internazionale Beato Padre Pino Puglisi.
La serata è stata aperta con l’Inno di Mameli, eseguito dalla Fanfara dei Carabinieri, diretta dal Maestro Paolo Sena e inaugurata con un documento video che annuncia il tema della serata creata dal direttore artistico Francesco Panasci. Il video apre con le parole di Papa Francesco dove sottolinea l’eredità di Padre Puglisi, trasmettendo un messaggio di speranza e pace.
Alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di altre autorità, sono stati premiati, nella XVIII edizione, cinque figure di spicco per il loro impegno verso pace e armonia: Ilario Antoniazzi, Vescovo di Tunisi; il giornalista Fabio Zavattaro; Daniela Pompei della Comunità di Sant’Egidio; Lia Sava, Procuratore Generale della Corte di Appello di Palermo; e Mario Zenari, Nunzio Apostolico in Siria. I premiati hanno ricevuto una scultura dell’artista Giacomo Rizzo, raffigurante Padre Puglisi con i bambini.
Soddisfazione per la serata, improntata nel segno del Beato Puglisi, dedicata agli ultimi con una grande rilevanza culturale, è stata espressa da Mons. Corrado Lorefice, alla guida dell’arcidiocesi di Palermo che ha dichiarato:
“In questo momento particolare, il fatto che anche quest’anno sia stato organizzato il premio internazionale dedicato a Puglisi è importante per la casa comune che è salvaguardare la terra e rendere sempre più forte il messaggio caro a Puglisi, ripensando ai rapporti umani, all’insegna della fraternità e della solidarietà; bisogna riscattarsi – conclude Lorefice – di tutto ciò che opprime la vita degli uomini”.
A spiegare il messaggio che si vuole veicolare all’insegna della pace e dell’armonia globale è Don Antonio Padre Garao delegato dall’arcidiocesi di Palermo che assieme a Gemma Ocello dell’Associazione “Giovani 2017 3P Onlus hanno voluto fermamente questo premio organizzandolo.
“Un messaggio scelto che vuole toccare il cuore di tutti gli uomini – spiega Garao. L’armonia dei popoli in questo momento è fondamentale perché troppi popoli si fanno la guerra e si odiano. Oggi parlare di armonia ha una grande forza che deve arrivare a toccare il cuore di tutti. Solo l’amore e la pace può vincere e da rispetto alla dignità di ogni uomo, specialmente dei più deboli”.
L’armonia e la pace e pensare ai giovani – aggiunge Gemma Ocello – è quello che ha sempre voluto e trasmesso nei suoi messaggi Padre Puglisi. Siamo onorati di avere oggi qua il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Questa diciottesima edizione, non poteva avere regalo migliore. Buon diciottesimo a noi tutti e che sia di buon auspicio per la prossima edizione”.
Ecco le dichiarazioni dei premiati scelti per le loro storie di vita, tutte proiettate nell’impegno collettivo per la promozione della pace e dell’armonia, in un contesto tanto nazionale quanto internazionale dove lo sguardo deve essere puntato sui fragili, sugli ultimi, sulla gente di periferia, sui bambini spesso tagliati fuori soprattutto per la mancanza di istruzione.
“Mi ha sempre molto colpito la frase di Padre Puglisi che diceva appunto: Se uno fa qualcosa possiamo davvero fare qualcosa, ognuno, quindi, nel suo settore, ognuno nei suoi ambiti. Ho pensato ed immaginato a questo prete che apriva le porte della parrocchia e fa giocare i bambini di Brancaccio, gli da la merenda, gli da un pallone. Questo omino che è riuscito a far smuovere i nervi ai potenti di famiglie mafiose come quella dei Graviano che poi lo uccidono. E lui di questo era consapevole quando disse: Io vi stavo aspettando. Io immagino – spiega il procuratore – se tanti sacerdoti avessero aperto le loro parrocchie, probabilmente tutti non li avrebbero potuto uccidere. Allora mi sono detta – aggiunge Sava: Cosa possiamo fare? Sicuramente poco per le guerre e la fame nel mondo, però tanto nel nostro lavoro. Dobbiamo essere pazienti, ascoltare, eliminare qualsiasi forma di narcisismo e studiare con scrupolo tutte le carte processuali, perché dietro le carte processuali c’è una sofferenza, c’è una storia e, quindi – conclude la Sava – dobbiamo fare più attenzione, aprirci agli ultimi che non hanno l’avvocato ricco, di grido. La giustizia si deve aprire alla gente povera”.
“La Tunisia al momento passa un periodo difficile e la gente è molto scoraggiata. Io lavoro nelle periferie dove c’è gente che soffre e che non ha un motivo per vivere. La gente è scoraggiata. Il 60% dei giovani vuole partire verso la Sicilia perché pensa che qui ci sia un eldorado. Il ruolo della chiesa e convincerli – spiega Antoniazzi – a restare per fargli capire che ogni giovane che parte è una nuova povertà che insinua nel paese. I giovani devono essere una risorsa. Come diceva Madre Teresa di Calcutta: Quello che ho fatto io è una goccia nell’oceano ma se mancasse quella goccia a l’oceano mancherebbe quella goccia. La nostra chiesa è fragile perché sono tutti stranieri, pochi i cristiani anzi pochissimi, siamo noi la periferia che dobbiamo dimostrare il nostro amore per la Tunisia e convincerli a farli rimanere e a farci dire rimanete perché abbiamo bisogno di voi. Ogni giorno è una sfida ed è per questo che la chiesa deve rimanere li. Come chiesa siamo piccoli – conclude il Vescovo – ma nello stesso siamo solidi perché non ci arrendiamo davanti tutte le difficoltà”.
“Il mestiere del giornalista è cambiato. L’ingresso delle nuove realtà come i social hanno creato un po’ più di superficialità. L’unico modo per raccontare la verità è informarsi, verificare Le fake news si combattono andando sui luoghi, verificando. Bisogna narrare, ricercare la verità ma avendo la capacità di stupirsi e di stupire il lettore facendolo incuriosire. Ogni Papa ha una sua specifica, il nostro Papa Francesco ha sempre qualcosa da narrare. La divulgazione della dottrina cristiana diventa testimonianza di realtà e verità”.
“C’è la contentezza, c’è una emozione. Sono contenta di trovarmi qui in questa bellissima Palermo, in questo bellissimo teatro. C’è un area di speranza ed oggi non siamo premiati solo noi ma raggiungiamo un traguardo che è stato voluto da tutti. Un lavoro comune, portato avanti da tanti, dalle associazioni, dalla chiesa, dai fedeli, che vogliono accompagnare il percorso di integrazione ed inserimento di tante persone che vengono da situazioni di guerra e questo vuole essere un appello a lavorare tutti per la pace. Il premio che ho ricevuto oggi – conclude la Pompei – è un premo dato non solo a me ma a questo essere insieme solidali verso tutti questi paesi che soffrono tanto”.
“Oggi vengo con un certo coraggio perché mi sento di rappresentare una nazione martoriata come la Siria che soffre della più grande catastrofe umanitaria del dopo guerra causata dagli uomini. Una nazione che ha perso tanti bambini. Oggi a ricevere il premio sono venuto con 29 mila persone, sono 29 mila bambini morti durante questi 13 anni di guerra che non vogliono essere dimenticati. Vengo da una regione di fuochi, di guerre, di catastrofi naturali e a questo si aggiungono le guerre dimenticate ma venire qua per qualche giorno mi da una iniezione di speranza. Quella speranza che spesso in Siria, a Damasco, è sepolta sotto le ceneri”.
“Molti hanno espresso stima per come è stato organizzato l’evento”, spiega il direttore artistico Francesco Panasci. “Da diversi anni ho l’onore e la responsabilità di dirigere questo prestigioso appuntamento. Questa 18^ edizione è stata particolarmente memorabile, arricchita non solo dalla presenza di numerosi ospiti di rilievo, inclusa quella del Capo dello Stato, ma anche perché ho avuto l’onore di ricevere i complimenti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Questi complimenti hanno per me un valore molto forte e un significato speciale, coincidendo con il 25° anniversario della fondazione della mia PANASTUDIO, un traguardo che celebra un viaggio di passione e professionalità. Un ringraziamento speciale va a tutti i miei collaboratori: il loro impegno è stato impeccabile”.