La sua è stata definita “musica impopolare”: non di difficile ascolto, piuttosto suoni imbastarditi, miscelati, informali, uniti a singhiozzi, respiri, sospiri, e altro, per un tutto straordinariamente omogeneo: la voce diventa strumento.
Phil Minton è una vera leggenda vocale e seguirlo ai Cantieri Culturali alla Zisa sarà un’esperienza. Ottantaquattro anni portati con brio, originario del Devon, Minton ha iniziato come trombettista jazz, poi ha avviato i suoi esperimenti sull’improvvisazione e la voce – “suoni quasi incredibili e inquietanti per i quali non c’è nulla di paragonabile” ha scritto Bert Noglik, giornalista e critico jazz, ex direttore del Festival di Berlino -; ha sempre avuto la voglia di trasferire al mondo la sua continua ricerca.
Ha così accettato di tenere un workshop (già sold out) venerdì 8 e sabato 9 marzo per Prima/Vera Contemporanea, il festival creato nel 2019 da Lelio Giannetto e oggi proseguito senza di lui. Il risultato delle sue lezioni diventerà anche Feral Choir, una performance con gli allievi, che seguirà il concerto del musicista, sabato sera alle 20 in sala Perriera (Cantieri culturali alla Zisa, via Paolo Gili 4). Per Respiro metallico, Phil Minton (voce, cornetta) si esibirà in duo con il musicista tedesco Carl Ludwig Hübsch a tuba e voce.
Phil Minton [Torquay, 1940] è un leggendario cantante e improvvisatore inglese, il suo lavoro vocale è unico: usa la voce come strumento. I suoni e i rumori che utilizza abilmente nel suo lavoro vanno oltre il vocabolario vocale classico. Con il suo stile molto personale, Phil Minton – figlio d’arte, i genitori erano cantanti professionisti – ha aperto la strada agli artisti vocali astratti che oggi si muovono in modo libero e naturale. Ha suonato la tromba e cantato con la Mike Westbrook Band all’inizio degli anni ’60, poi in gruppi dance e rock in Europa; da allora si esibisce in tutto il mondo. Alcuni compositori hanno scritto brani che utilizzano le sue tecniche vocali estese e le improvvisazioni. Oggi è in tour con un quartetto formato con Veryan Weston, Roger Turner e John Butcher, ma ha lavorato a lungo con Audrey Chen, Carl Ludwig Hübsch, Guylaine Cosseron, Hugh Metcalfe e Szilard Mezei. Dagli anni Ottanta con il suo Feral Choir, dove dirige laboratori di canto e concerti per chiunque voglia cantare, si è esibito in più di venti paesi. Il suo lavoro corale non è uguale ad altro, senza barriere, senza steccati, molto legato com’è alla sua forte personalità.
Ticket: 10/8 euro. Possibile acquistare il biglietto per il concerto di Marc Ribot ospite alle 22 di Sponde Sonore nel vicino spazio del cinema De Seta: unico biglietto per i due concerti 20 euro.
PROSSIMI CONCERTI. Il 16 marzo alle 21.30 la performance scenico-musicale Alter Ego, che segna il ritorno dell’artista visivo AlfLöhr (già conosciuto lo scorso anno durante la sua residenza artistica a Curva Minore) in dialogo con la violoncellista Ulrike Brand e i musicisti della Sicilian Improvisers Orchestra: sarà uno scambio alla pari, con le sculture di AlfLöhr esplorate in maniera tridimensionale tramite una videocamera fissata sul corpo della violoncellista. Spostata invece al 24 marzo la presentazione di Dù, nuovo progetto discografico di Davide Campisi (tamburi e percussioni) e Mimì Serrantino (chitarra elettrica), con il musicista elettronico e tecnico del suono Ottavio Leo. Identità folk siciliana e altre espressioni sonore.