Chiunque soffra di problemi di digestione, sa quanto possa essere difficile scegliere gli alimenti giusti. Spesso si opta per frutta e verdura convinti di fare bene, ma in realtà ci sono alcuni alimenti 'insospettabili', che si trasformano in veri e propri nemici della stomaco, causando gas e gonfiori. In generale, non è detto che si debba per forza eliminarli, ma piuttosto che sarebbe meglio fare attenzione al loro consumo.
Vediamo insieme quali sono
1. Agrumi: gli alimenti acidi rischiano di irritare ulteriormente la parete dello stomaco e possono causare bruciori e reflusso acido.
2. Dolcificanti artificiali: secondo un recente studio il consumo di saccarina, aspartame e sucralosio altera i batteri intestinali che regolano il metabolismo, causando alcuni disturbi gastrointestinali.
3. Caffé: non soltanto è acido, ma anche diuretico, quindi può provocare disidratazione, mentre la caffeina sollecita il tratto digerente. Ancora, il caffè stimola lo stomaco a produrre acido cloridrico, scatenando bruciori e indigestione. Meglio berlo una volta al giorno, a stomaco pieno.
4. Gelatina (carrageina): viene utilizzata come stabilizzante in alcuni alimenti, tra cui latte di soia e yogurt a basso contenuto di grassi, e può scatenare disturbi gastrointestinali.
5. Broccoli: contengono zuccheri complessi, che possono formare gas all'interno dello stomaco, e fibre idrosolubili, che non si dissolvono fino a che non raggiungono l'intestino.
6. Gomme da masticare: i sostituti dello zucchero, come sorbitolo, manitolo e xilitolo, causano gonfiori.
7. Formaggi freschi: un eccessivo consumo di latticini sposta la digestione dallo stomaco all'intestino, causando dolori addominali gas e diarrea.
8. Mais: non è facile da digerire e può causare dolori addominali. La colpa è della cellulosa che contiene: per questo, va masticato a lungo.
9. Cibi crudi: in questo caso, il pericolo è rappresentato dai batteri contenuti in alimenti deperibili come carne cruda, pollame, uova e frutti di mare, che possono causare intossicazioni alimentari.
Fonte: Corriere.it