Valorizzare le donne siciliane, questa l’aspirazione del progetto Gilda, selezionato dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale e promosso da ITS Academy Nuove Tecnologie della Vita A. Volta Palermo, con l’obiettivo di formare 120 donne e introdurne 75 nel mondo del lavoro.
Ispirata alle “gilde”, le antiche associazioni di mestieri che si erano diffuse in tutta Europa nel XII secolo, il progetto Gilda si basa su una metodologia di intervento innovativa caratterizzata da gruppi di formazione e di preparazione al lavoro, le botteghe digitali, nelle quali le partecipanti operano sotto la guida di un mastro bottega-esperto del settore digital, prendendo parte a concreti progetti di lavoro.
Rivolto alle donne siciliane, residenti sul territorio, che abbiano un’età compresa tra i 18 e i 50 anni il progetto, consultabile sull’apposito sito, mira a ridurre il divario di competenze digitali sul territorio siciliano, supportando giovani talentuose in ambiti come e-commerce, marketing digitale, crowdfunding e fundraising.
Proprio in questo contesto si inserisce DigitalMakers, Growth Agency siciliana specializzata in Digital Marketing, ambassador di Gilda, e particolarmente attenta a tutelare e promuovere la gender equality: il 56% del corpo aziendale è infatti rappresentato da donne, in una regione in cui il tasso di occupazione femminile è fermo al 30,5% .
Tra le iniziative attuate in azienda a favore della gender equality, assume un ruolo di primaria importanza la possibilità di remote working, cui si aggiunge la flessibilità oraria per i profili senior. In DigitalMakers la logica è capovolta: tutti i dipendenti possono lavorare da remoto, da casa o da qualsiasi luogo, e prenotare – se e quando desiderano – una postazione in ufficio; questa scelta ha permesso di rendere centrale, in fase di assunzione, la valorizzazione delle competenze, attingendo da un bacino di talenti esteso in tutta Italia, senza alcun tipo di limitazione geografica.
“Nel contesto lavorativo italiano non è semplice essere imprenditore – commenta Francesco Anzelmo, CEO e founder di DigitalMakers – soprattutto quando si ha una visione di più ampio respiro, che si discosta dalle procedure lavorative standard. Introdurre la prassi di remote working non è stato semplice, eppure per me fondamentale per favorire la meritocrazia come unico criterio considerato in ottica di nuove assunzioni. Allo stesso modo, attivare il progetto di settimana corta è stato particolarmente complicato a causa dei numerosi ostacoli incontrati proprio nel confronto sul tema con le istituzioni: questo però non è bastato a demotivarmi e, anzi, se ora è un “lusso” che possiamo concedere solo alle mamme presenti in azienda, l’idea è proprio quella di estendere questa preziosa opportunità, non appena possibile, a tutti i dipendenti”.
In DigitalMakers le remunerazioni risultano praticamente equiparate tra i diversi sessi: le RAL più alte sono di pertinenza delle donne, che ricoprono il 66% dei ruoli apicali. Inoltre, la maternità è accolta positivamente in azienda e, anzi, supportata: proprio alle mamme è infatti offerta la possibilità della settimana lavorativa corta.
“Le iniziative che DigitalMakers promuove a favore della gender equality sono molteplici e vanno dalle attenzioni più piccole, come la fornitura gratuita di assorbenti, grazie alla collaborazione con la startup This Unique, a quelle dall’impatto notevole. – aggiunge Gabriella Trapani, Marketing & Communications Director in DigitalMakers – Io personalmente sono mamma e da un anno e mezzo, oltre alla possibilità di lavorare da remoto, sfrutto l’opportunità della settimana corta. Si tratta di un cambiamento radicale nella logica aziendale, perché richiede una profonda capacità di organizzazione e alta flessibilità, ma i benefici sono indiscussi: avere un giorno libero a disposizione da dedicare a me stessa, alle mie passioni e ai miei affetti mi permette di ricaricami e lavorare in modo ancor più focalizzato e produttivo nei quattro giorni precedenti”.