Tra gli ortaggi più apprezzate della stagione fredda, c’è sicuramente il cavolfiore. Si coltiva fino al mese di marzo e resiste alle basse temperature, quindi ci accompagna nel corso dell’inverno, diventando un grande protagonista in cucina. In Sicilia, viene chiamato “broccolo” e si utilizza per realizzare una delle ricette più famose: la pasta con i broccoli arriminati, cioè mescolati. Al di là del modo in cui lo si chiama, una cosa è certa: le proprietà del cavolfiore sono tante ed è per questo che non dovrebbe mancare sulle nostre tavole.
Ha un contenuto di acqua elevato, apporta poche calorie ed è povero di grassi. Ha anche un buon contenuto di fibre ed è una fonte di sali minerali (soprattutto potassio, fosforo, calcio e magnesio). A questo si aggiungono anche le vitamine: in particolare A, C e K. È una vera e propria fonte di micronutrienti. Grazie alle sue caratteristiche nutrizionali e alla presenza di particolari molecole, come sulforafano e indolo-3-carbinolo, apporta alcuni benefici al nostro organismo. Ecco quali sono.
Dato che si tratta di un ortaggio che si deteriora facilmente, va acquistato quando le foglie sono verdi, sode, croccanti e ben aderenti all’infiorescenza, che deve essere compatta, bianca e senza macchie scure. Il cavolfiore è molto versatile in cucina e si può anche conservare sott’olio o sotto aceto, per gustarlo tutto l’anno. Per conservare le sue caratteristiche nutrizionali, non va cotto troppo a lungo.
Il consumo eccessivo è sconsigliato a chi soffre di colon irritabile, perché potrebbe aumentare meteorismo e gonfiore. Va assunto con moderazione qualora si segua un’alimentazione specifica per la cura della gotta e dell’iperuricemia. In caso di ipotiroidismo da carenza di iodio va mangiato solo occasionalmente. La presenza della vitamina K potrebbe interferire con alcuni medicinali, quindi è sempre importante verificare.