Le città siciliane sono tutte in fondo alla classifica sulla Qualità della Vita del 2021, pubblicata da Il Sole 24 Ore. Ben cinque capoluoghi della Sicilia, in realtà, hanno migliorato la propria posizione, ma tutte le località isolane sono decisamente distanti dai primi posti.
- Classifica Qualità della Vita 2021 del Sole 24 Ore.
- Chi c’è sul podio e come si è piazzata la Sicilia.
- L’indagine si basa su 90 indicatori provinciali, suddivisi in sei categorie.
La nuova classifica sulla Qualità della Vita 2021
Trieste conduce e Milano incalza, mentre all’ultimo posto c’è Crotone. Queste le premesse della nuova classifica Qualità della Vita del Sole 24 Ore. L’anali torna puntuale anche nel 2021, offrendo una cartina tornasole di quanto accade in Italia e delle differenze tra regioni.
Per quanto riguarda la Sicilia, sono cinque i capoluoghi che hanno migliorato la propria posizione. Tutte le città siciliane, però, non hanno molto di cui gioire, perché sono ben lontane dai primi posti. Sul podio ci sono Trieste, Milano e Trento.
Le ultime classificate del 2021, invece, sono Trapani (105esima), Foggia (106esima) e Crotone (107esima). Tra le prime dieci si incontrano sette province del Nord-Est: Bolzano (5a), Pordenone (7a), Verona (8a) e Udine (9a) che confermano la loro vivibilità.
Treviso (10a) è l’unica new entry, anche grazie al primato nella Qualità della vita delle donne: un indice presentato per la prima volta quest’anno per mettere al centro le tematiche di genere nella ripresa post-pandemia. Confermate nella top ten anche Aosta (4a) e Bologna (6a). Il capoluogo emiliano, in testa nell’edizione 2020, scende di qualche posizione, ma conquista il primo posto in «Demografia, società e salute».
Come si posizionano le città siciliane
Per arrivare alla prima città siciliana nella classifica sulla Qualità della vita del Sole 24 Ore, bisogna scendere fino all’84esima posizione, su un totale di 107 capoluoghi in elenco. Alla posizione numero 84, infatti, troviamo Agrigento, che fa un balzo in avanti di 14 posti rispetto all’anno precedente.
Seguono Ragusa (87esimo posto, +12), Enna (92esimo, +11) e poi Palermo (95 posto e- 6 rispetto all’anno scorso). Nelle ultime dieci posizioni di classifica, invece, cinque posti sono occupati da città siciliane. Si tratta di Messina (97esimo, -6), Siracusa (98, +7), Catania (102, -12) e Caltanissetta, (103, +3).
Come abbiamo anticipato, ultima tra le città siciliane è Trapani. Si trova al terzultimo posto nazionale (prima di Foggia e Crotone) occupando il 105esimo posto e perdendo 4 posti rispetto all’anno precedente.
Roma sale dal 32mo al 13mo posto, Firenze dal 27° all’11°. Bari (71ma) e Napoli (90maª) guadagnano entrambe due posizioni. Roma in particolare, entra nelle top ten della Qualità della vita degli anziani. In controtendenza, invece, Cagliari, Torino, Genova, Palermo e Catania che perdono tutte qualche posizione rispetto al 2020.
Tornando al Mezzogiorno, su 90 indicatori, le ultime posizioni sono popolate in ben 57 casi da province del Sud o delle Isole. E le prima province non del Mezzogiorno che si incontrano, partendo dal fondo e salendo verso l’alto, sono Latina (83ª) e Frosinone (82ª), seguite a poca distanza da Imperia (77ª).
Gli indicatori della classifica Qualità della Vita 2021
Anche quest’anno l’indagine della Qualità della vita del Sole 24 Ore prende in esame 90 indicatori, suddivisi nelle tradizionali sei macro-categorie tematiche (ciascuna composta da 15 indicatori) che accompagnano l’indagine dal 1990:
- Ricchezza e consumi;
- Affari e lavoro;
- Ambiente e servizi;
- Demografia e salute;
- Giustizia e sicurezza;
- Cultura e tempo libero.
L’aumento a da 42 a 90 indicatori, proposto già dal 2019, consente di misurare molti aspetti del benessere. Gli indicatori sono tutti certificati, forniti al Sole 24 Ore da fonti ufficiali, istituzioni e istituti di ricerca.
Per ciascuno dei 90 indicatori, mille punti vengono dati alla provincia con il valore migliore e zero punti a quella con il peggiore. Il punteggio per le altre province si distribuisce in funzione della distanza rispetto agli estremi (1000 e 0). In seguito, per ciascuna delle sei macro-categorie di settore, si individua una graduatoria determinata dal punteggio medio riportato nei 15 indicatori, ciascuno pesato in modo uguale all’altro (1/90). Infine, la classifica finale è costruita in base alla media aritmetica semplice delle sei graduatorie di settore.