Quando la richiesta di pizzo viene declinata come "un contributo per il sostentamento delle monache in Argentina". Pietro Paolo Masaracchia, arrestato con l'accusa di essere il capomafia di Palazzo Adriano (qui le foto degli arrestati), si rivolse a un rivenditore di materiale edile. I carabinieri la definiscono "sinistra fantasia", come si legge su "LiveSicilia".
All'imprenditore, che si era rifiutato di pagare, è stato bruciato un escavatore. Circostanza che lo aveva convinto a cercare informazioni. In paese altri imprenditori sapevano che Masaracchia non era nuovo a richieste di denaro. Un giorno si presentò in ufficio un geometra comunale, che ha presentato denunce contro esponenti di Cosa nostra e dall'altro lato sarebbe "assiduo" frequentatore di Vincenzo Pellitteri, braccio destro di Masaracchia.
Il geometra aveva messo in relazione l'incendio dell'escavatore e la visita del presunto capomafia in azienda "per conto" delle monache argentine. A quel punto, sentendo puzza di bruciato, l'imprenditore decise di rivolgersi ai carabinieri.