di Nando Cimino
Ci sono tante parole della nostra parlata siciliana che ancora oggi risentono delle influenze linguistiche lasciateci dalle passate dominazioni. Molte di queste ci provengono dall'arabo, dal francese, dal latino, ma ne troviamo in abbondanza anche dallo spagnolo. Eccovene alcuni significativi esempi: abbuccari, capovolgere, inclinare (da abocar, "capovolgere", "versare") addunarisi, accorgersi (da adonar-se) anciova, acciuga (da anxova) muccaturi, fazzoletto (dal catalano: mocador) sgarrari, sbagliare (da esguerrar) stricari, strofinare (da estregar) attrassari, ritardare (da atrasar) fastuchi, pistacchi (da festuc) curtigghiu, cortile (da cortijo) isari, alzare (da izar) làstima, lamento, fastidio (da lástima) simana, settimana (da semana) nsajari,- provare (da ensayar) paracqua, ombrello (da paraguas) currìa, cinghia (da correa) E mi fermo qui; ma si potrebbe ancora continuare.