di Nando Cimino
Anche se in qualche caso, e pure in taluni vocabolari, mi è capitato di vederla scritta tutta unita ovvero ammàtula; il modo più indicato per scrivere questa parola siciliana dovrebbe in realtà essere “a màtula” .
Infatti la a in questo caso altro non è che un articolo, mentre la parola è in realtà matula; modo di dire che poi nel nostro dialetto altro non significa che a vanvera, oppure a sproposito o senza ritegno e, in qualche caso, anche inutilmente. –
Ma vi siete mai chiesti da dove derivi questa parola? –
Semplice; màtula o mmàtula che dir si voglia, secondo tanti studiosi, altro non è che la deformazione in lingua siciliana di una parola latina ovvero “mentula”.
Adesso, senza scadere nel volgare, mi toccherà però spiegarvi pure che questo era il nome con il quale i latini chiamavano l’organo sessuale maschile; per intenderci quello che noi in italiano conosciamo come pene o più garbatamente come “pisello”.
Avrete quindi capito che trattasi di quella che noi siciliani, magari con molto meno garbo, chiamiamo classicamente con l’ormai universalmente noto vocabolo di minch….! –
Quindi, così come due più due fa quattro; dire in siciliano “ parlare a matula “, nel senso di sparare fesserie, altro non significa che “parlare a minch…” – Spero abbiate capito; altrimenti vorrà dire che anch’io, in qualche modo, ho parlato a “mmàtula” !