Seconde solo a quelle presenti nel sottosuolo di Roma, le catacombe presenti a Siracusa sono le aree sotterranee di sepoltura tra le più importanti d’Italia.
Per estensione ed origine, sono state divise in tre diverse denominazioni.
Tra i cunicoli e i sepolcri delle Catacombe di San Giovanni, si dice venne ospitato l’apostolo Paolo, proprio accanto a dove venne poi seppellito San Marziano, il primo vescovo di Siracusa.
Il complesso venne costruito tra il 315 e il 360 d.C. e anche se con il tempo venne particolarmente danneggiato da fedeli, conquistatori e fanatici in cerca di tesori e delle salme dei Santi, sono ancora oggi aperte al pubblico ed esplorabili per intero. Sono situate nel zona di Akradina, ovvero la quinta circoscrizione di Siracusa.
Una delle camere principali, scoperta nell’Ottocento dal noto archeologo Paolo Orsi, è stata ricavata da un acquedotto greco: a conferma rimangono i segni visibili lasciati sulla roccia che compone la volta. Nel percorso, è inoltre possibile visitare le antiche cripte, di forma circolare o quadrata, dei Santi e martiri che ivi sostarono per un certo periodo e infine morirono. Le catacombe di San Giovanni, a differenza delle altre, vengono considerate come un vero e proprio cimitero, in quanto fu creato dopo le persecuzioni ai Cristiani, ovvero a seguito della Pace della Chiesa, stipulata nel 313 d.C.
Nei pressi della chiesa di Santa Maria del Gesù, si trovano le Catacombe di Vigna Cassia, che possono essere invece visitate solo tramite approvazione della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra di Siracusa; il loro nome deriva dal proprietario della vigna sovrastante il luogo in cui furono scavate e poi ritrovate.
Le origini dell’ampio complesso sepolcrale formato da 5 ipogei, il più vasto della Sicilia, sembrerebbero risalire intorno al 256 d.C., ma nei suoi sotterranei sono presenti camere scavate nella roccia che sarebbero ricollegabili anche al IV e al V secolo, come nel caso di quelle ritrovate presso il settore denominato cimitero di Marcia, che ha un impianto molto simile a quello utilizzato per le Catacombe di San Giovanni.
Le tombe di Vigna Cassia si rivelano essere particolarmente importanti, in quanto presentano diverse tracce di affreschi decorativi, alcuni dei quali recentemente restaurati. A esse è collegato il cimitero sotterraneo di Santa Maria del Gesù, che prendeva la sua struttura dai cunicoli che costituivano un preesistente apparato architettonico dedicato al passaggio delle acquee. Questo complesso, uno dei più antichi, conserva ben 30 arcosoli polisomi, ovvero piccoli sepolcri comuni tipici delle catacombe di Sicilia; ivi venivano seppellite sia famiglie che corporazioni, a conferma della doppia e felice convivenza, pagana e cristiana, all’interno del luogo.
Tra le Catacombe di Vigna Cassia e quelle di Santa Maria del Gesù, anche una piccola Latomia, che veniva utilizzata in Antichità dai vasai per trarne materia prima per le loro opere. Oggi vi sono scolpite alcune importanti opere pittoriche religiose, risalenti alla fine del IV secolo.
Strettamente collegate a questo cimitero, anche per epoca, sono le Catacombe di Santa Lucia, anch’esse non aperte al pubblico. Risalgono al 220-230 d.C. e sono ritenute importanti per un prezioso ciclo di pitture di origine bizantina. Da segnalare è l’altare medievale e il sacello dell’VIII-IX secolo con le figure dei Santissimi Quaranta martiri di Sebaste, che testimoniano un utilizzo degli ipogei, prima da parte dei Bizantini e poi dei Normanni.
Autore | Enrica Bartalotta