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Grazie a una lunga campagna di osservazioni realizzate con il telescopio spaziale Xmm-Newton dell’Agenzia spaziale europea (Esa), un gruppo internazionale di ricerca guidato dal Massachusetts Institute of Technology (Mit), di cui fa parte anche Ciro Pinto dell’Istituto nazionale di astrofisica di Palermo, ha rilevato oscillazioni quasi periodiche dei segnali X provenienti dalla “corona” di particelle che circonda un buco nero supermassiccio situato nel cuore di una galassia vicina.

L’evoluzione di queste oscillazioni non solo suggerisce la presenza di un altro oggetto celeste in orbita attorno al buco nero, ma indica inoltre che questi oggetti compatti divorano la materia in modi più complessi di quanto gli astronomi inizialmente pensassero.

Misteriosi lampi di raggi X sparati da un buco nero stanno incuriosendo sempre di più gli scienziati. Il buco nero, soprannominato “1ES 1927+654” e con una massa pari a 1 milione di soli, aveva già precedentemente sbalordito gli astronomi quando la sua corona, una nube di particelle in rapido movimento di miliardi di gradi che avvolge un buco nero, è improvvisamente scomparsa (per poi tornare).

Adesso gli scienziati hanno osservato questi lampi di raggi X “sparati” dal misterioso oggetto, che stanno accelerando. All’inizio – si legge su Mashable – questi potenti eventi si verificavano ogni 18 minuti, ora sono scesi a sette minuti.

Cosa potrebbe esserci alla base di questa osservazione senza precedenti?

La ricerca, annunciata al 245° meeting dell’American Astronomical Society e presto pubblicata sulla rivista Nature, riporta che il responsabile più probabile è un oggetto che passa molto vicino al buco nero. Si tratta di una stella morta chiamata “nana bianca”.

I risultati, ottenuti grazie al telescopio spaziale Xmm-Newton dell’Agenzia Spaziale Europea, sono stati analizzati dal Massachusetts Institute of Technology e vedono il contributo anche dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Palermo. Megan Masterson, fisico del MIT che ha co-diretto la ricerca, ha dichiarato: “Questa sarebbe la cosa più vicina che conosciamo intorno un buco nero“.

“Questo ci dice che oggetti come le nane bianche potrebbero essere in grado di vivere molto vicino a un orizzonte degli eventi per un periodo di tempo relativamente esteso”.

Gli astronomi hanno eseguito alcune simulazioni di ciò che potrebbe innescare queste insolite esplosioni di energia attorno al buco nero 1ES 1927+654, che hanno individuato con il satellite XMM-Newton dell’Agenzia spaziale europea. Il risultato più plausibile è che questa nana bianca (cioè il nucleo esaurito di una stella simile al sole) sta perdendo il suo denso strato esterno e innescando questi impulsi di raggi X. Ciò spiegherebbe perché i brillamenti stanno accelerando, poiché la nana bianca si sta avvicinando al buco nero e si sta muovendo più velocemente.

“Poiché le nane bianche sono piccole e compatte, è molto difficile smembrarle, quindi possono essere molto vicine a un buco nero”, ha detto Erin Kara, professore associato di fisica al MIT e coautore della ricerca. “Se questo scenario è corretto, questa nana bianca è proprio al punto di svolta e potremmo vederla allontanarsi ulteriormente“. Gli astronomi, comunque, hanno intenzione di tenere d’occhio questo singolare buco nero, situato nello spazio profondo a circa 270 milioni di anni luce di distanza. Foto Freepik.

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