Immersa nel verde del Parco delle Madonie, in uno spiazzo sconfinato e ben curato, sorge la Real Casina di Caccia di Ficuzza, un palazzo reale a pianta rettangolare con facciata neoclassica, il cui complesso, costituito dal corpo centrale e da fabbricati minori, venne fatto edificare dal re Ferdinando III di Sicilia nel 1799, che voleva una residenza estiva da dedicare alle sue battute di caccia.
L’edificio, realizzato su progetto del regio architetto Carlo Chenchi, è lambito dalla “Riserva naturale orientata Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago”, un’area che fu risparmiata dal massiccio disboscamento volto alla creazione di territori atti all’agricoltura, che caratterizzò i primi anni dell’Ottocento. A causa della sua impervia posizione sulle alture rocciose della zona, il bosco venne utilizzato come luogo in cui rifornirsi di legna da ardere; ma già alla fine dell’Ottocento passò sotto le intendenze dell’Amministrazione demaniale, che ne fece una zona protetta, anche se per la dicitura di ‘riserva’ bisognerà aspettare gli anni Duemila.
Tra Corleone, Campofelice di Fitalia, Mezzojuso e Ficuzza, Godrano e il lago artificiale di Scanzano, sorge dunque una riserva di circa 7.400 ettari che include il massiccio calcareo di Rocca Busambra, il bosco della Ficuzza e del Cappelliere, caratterizzati da due estese formazioni di sempreverdi mediterranee, e l’area dei gorghi, stagni naturali e seminaturali secchi in estate. Oggi, quest’area verde si situa sotto le intendenze dell’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana, e in essa è inclusa la Real Casa borbonica, aperta al pubblico dal 2009.
All’interno della struttura regia, in cui Ferdinando IV di Napoli visse ininterrottamente dal 1810 al 1813, è possibile visionare le camere, la cantina, la cappella privata, le stalle e i magazzini. I lavori vennero terminati nel 1807 da Giuseppe Venanzio Marvuglia, che subentrò al progetto dell’architetto di Corte Carlo Chenchi, nel 1802, apportandovi alcune modifiche.
I pezzi di arredamento originali vennero distrutti durante i morti del 1820-21, ma è ancora evidente, sul prospetto, il fregio che rappresenta il dio Pan, il dio pastore, della campagna e dei boschi, e la dea Diana, personaggio mitologico romano che personifica la caccia, entrambi a incorniciare lo stemma del casato borbonico.
Dal 2013, il palazzo reale è sede del “Museo multimediale del bosco di Ficuzza”, un’idea della Regione Siciliana che ha voluto così rendere disponibile al pubblico non soltanto tutte le informazioni relative all’enorme biodiversità che caratterizza il parco, ma anche far conoscere la storia di Ferdinando I delle Due Sicilie, attorno al cui edificio sorse negli anni successivi, la frazione di Ficuzza.
Autore | Enrica Bartalotta
Foto di Gino Di Leo