- Reddito di Libertà: a chi spetta, cosa è, come fare domanda.
- Si tratta di un fondo per favorire l’autonomia e l’emancipazione delle donne vittime di violenza.
- Quali sono i requisiti, quando si può chiedere, a quanto ammonta.
Arriva il reddito di libertà, destinato alle donne vittime di violenza in condizione di particolare vulnerabilità o di povertà. Si tratta di un aiuto riconosciuto dall’Inps e destinato alle donne in condizioni particolari, affinché possano intraprendere percorsi di autonomia ed emancipazione.
A chi spetta il Reddito di Libertà
Questo reddito è destinato alle donne che si trovino in una di queste condizioni: vittime di violenza; sole o con figli minori; seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali nell’ambito dei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. Destinatarie sono le donne residenti nel territorio italiano che siano cittadine italiane o comunitarie oppure, in caso di cittadine di Stato extracomunitario, in possesso di regolare permesso di soggiorno. Alle cittadine italiane sono equiparate le straniere aventi lo status di rifugiate politiche o lo status di protezione sussidiaria.
Reddito di Libertà a quanto ammonta
Il reddito ammonta a un contributo nella misura massima di 400 euro mensili pro capite, in un’unica soluzione per massimo dodici mesi, entro il limite delle risorse assegnate a ciascuna regione o provincia autonoma. Il Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza – istituito dall’articolo 105-bis del decreto-legge n. 34/2020, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 77/2020 – è stato incrementato con tre milioni di euro del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità.
Come presentare domanda
Per facilitare la presentazione della domanda per il Reddito di Libertà, l’Inps ha attrezzato una specifica piattaforma, collegata con i Comuni italiani. Saranno inoltrate dagli sportelli comunali solo le istanze compilate debitamente, in ogni loro parte, e sottoscritte dalle interessate.
La donne interessate possono fare richiesta «direttamente o mediante un rappresentante legale o un delegato, per il tramite del Comune competente per residenza». La condizione di bisogno straordinaria o urgente dell’interessata è dichiarata dal servizio sociale professionale di riferimento. Alla richiesta dovrà essere allegata la dichiarazione firmata dal rappresentante legale del Centro antiviolenza che ha in carico l’interessata, che ne attesti il percorso di emancipazione ed autonomia intrapreso e la dichiarazione del servizio sociale professionale di riferimento, atta a rilevare lo stato di bisogno legato alla situazione straordinaria o urgente.
Come e quando ricevere il pagamento
Il pagamento sarà erogato utilizzando la data di ricezione delle domande come criterio di priorità, ed entro il limite delle risorse pubbliche assegnate a ciascuna regione. L’ammontare delle risorse pubbliche destinate dipende dall’incidenza della popolazione femminile compresa tra i 18 e i 67 anni. Per cui, le quote maggiori andranno a: Lombardia (491.595); Campania (345.087); Lazio (277.928); Sicilia (274.320) e Veneto (238.055).
Reddito di Libertà Legge
Il DPCM che istituisce il Reddito di libertà si trova nella Gazzetta Ufficiale del 20 luglio 2021. Si tratta di un contributo con lo scopo di favorire l’indipendenza economica e l’autonomia delle donne vittime di violenza in condizioni di povertà. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, datato 17 dicembre 2020, attua le misure previste dal D.l. “Rilancio” (Decreto legge n. 34/2020 convertito in Legge n. 77/2020), con cui sono stati riconosciuti tre milioni di euro di risorse aggiuntive a beneficio del “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza”, nell’ambito del già attivo “Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità” creato presso la Presidenza del consiglio dei Ministri.