La cucina tradizionale siciliana è fatta di piatti dal gusto unico. Ingredienti di terra o di mare si incontrano per dare vita a ricette che scaldano in cuore, tramandate con saggezza da una generazione all’altra. Quelle ricette non esisterebbero senza le eccellenze del territorio, che le caratterizzano. La ricotta salata siciliana è una di quelle eccellenze. Con il suo sapore stuzzicante completa i primi piatti, dandogli quel qualcosa in più che senza di lei mancherebbe. Si produce in diverse zone del Mezzogiorno ma, in Sicilia, viene impiegata per preparare alcuni piatti iconici. Così, ha finito per assumere una rilevanza sempre maggiore, identificandosi con la sapienza gastronomica.
Sappiamo bene che la ricotta non è propriamente un formaggio, bensì un sottoprodotto della lavorazione del latte. Si realizza utilizzando il solo siero derivante dalla produzione casearia, che viene scaldato. Quando raggiunge la temperatura ottimale si addiziona con un coadiuvante. Dopo l’affioramento delle ricotte, si rimuove la schiuma e si procede con la lavorazione su tavole di legno o graticci in canna. Le forme si fanno quindi riposare e, prima di passare alla salatura, devono trascorrere tre giorni. La salatura avviene a secco, quasi esclusivamente a mano, con 40-50 grammi di sale marino grosso per ogni forma. In seguito, le forme di ricotta vengono fatte stagionare per almeno due mesi.
Attraverso questo procedimento si ottiene il perfetto equilibrio della ricotta salata siciliana. Rimane la freschezza della ricotta, che viene valorizzata dal sale. La consistenza è solida e perfetta per essere grattugiata. Avendo perso liquido durante la stagionatura, è anche meno calorica rispetto ai formaggi. Si può mangiare così com’è o utilizzare per la preparazione di deliziosi primi piatti. Tra tutti, sono molto famose la Pasta alla Norma o i Cavatelli all’Agrigentina. Si presta benissimo anche per frittate, timballi e torte salate.