Storia e natura, un mix unico e inimitabile che solo in alcune aree della Sicilia può avere luogo. Ci sono parti dell’isola che sembrano essere mondi a parte, avvolte da un fascino difficile da descrivere. La Riserva di Vendicari è una di queste. I paesaggi sono mozzafiato, la vegetazione è fitta e, all’improvviso, si apre per svelare un mare cristallino. Le spiagge dorate si alternano a rocce a strapiombo. Fenicotteri, aironi e cicogne sostano qui prima di raggiungere le mete migratorie definitive. La Riserva era già prevista in una legge della Regione Siciliana nel 1981, ma è stata istituita ufficialmente nel 1984.
La sua storia comincia molto prima, come raccontato da testimonianze archeologiche ed architettoniche dell’insediamento dell’uomo fin dall’epoca greca. A Sud di Eloro vi sono alcune latomie – cioè cave di pietra – del V secolo a.C., che si utilizzavano per costruire templi e monumenti. In riva al mare ci sono vasche per la lavorazione del tonno, accanto alle quali è stata scoperta una piccola necropoli. Dentro la riserva è visibile un tratto dell’antica via elorina, il collegamento tra Eloro e Siracusa. Nella parte sud di Vendicari, denominata oggi “Cittadella dei Maccari”, si trova il sito bizantino. Qui si può ammirare la Trigona: una Cuba bizantina, che come tutte le chiese dell’epoca, è a pianta quadra con tre absidi, una cupola superiore e un’apertura a oriente.
Risale, invece, all’età Medievale la più bella e visitata costruzione della Riserva: la Torre Sveva, costruita probabilmente da Pietro d’Aragona, conte di Alburquerque e duca di Noto (1406-1438). Serviva a segnalare e respingere gli attacchi dei pirati Saraceni e Barbareschi. Poco distanti ci sono sono diverse catacombe risalenti allo stesso periodo ed alcuni resti di abitazioni. Meno antica, ma altrettanto interessante è la Tonnara di Vendicari: detta anche Bafutu, venne costruita nel Settecento in seguito al grande incremento che in Sicilia si era avuto nella concessione di tonnare.
Per scoprire la Riserva di Vendicari, bisogna esplorarla e dedicarle tutto il tempo necessario. Ci sono davvero tanti sentieri, ma serve molta voglia di camminare! La riserva è compresa tra la zona a sud di Noto e l’area di Pachino e Marzamemi. Ci sono diversi sentieri che costeggiano il mare, facili e collegati tra loro. Per esplorare ognuno dei sentieri che porta alle spiagge, è necessario almeno un giorno. Bisogna portare con sé acqua e spuntini, perché non ci sono né bar, né punti di ristoro. Sulla costa si alternano spiagge a litorali roccioso. Le spiagge più note sono Eloro, Marianelli, San Lorenzo, Vendicari e Calamosche. Quest’ultima è sicuramente quella che gode di maggiore notorietà. La zona del Pantano Piccolo, invece, è perfetta per fare birdwatching. Qui, infatti, sostano cicogne, fenicotteri rosa e aironi, gli uccelli migratori che provengono dall’Africa e dal Nord Europa.
Foto di Salvatore Tilocca