La riserva di Cavagrande del Cassibile è una delle aree naturali protette più famose della Sicilia. Ricade nei comuni di Avola, Noto e Siracusa ed è stata istituita nel 1990. Con i suoi laghetti di Avola è una delle mete più gettonate. È molto interessante, non soltanto dal punto di vista naturalistico-paesaggistico, ma anche da quello archeologico e antropologico.
A caratterizzare Cavagrande è il corso del fiume Cassibile, l’antico Kakyparis greco, che l’ha creata nel corso dei millenni, scavando gole e canyon. A fondovalle si trova un sistema di cascate e laghetti, chiamati “uruvi”, al quale si accende percorrendo la “Scala Cruci”.
Cosa vedere nella riserva di Cavagrande
La riserva di Cavagrande del Cassibile ha molto da offrire. Gli amanti dell’archeologia potranno dedicarsi al Complesso rupestre dei Dieri (XI-IX secolo a.C.) e alla necropoli. Prima di dedicarsi alle escursioni, è importante documentarsi molto bene e avere una certa dimestichezza con il trekking: non improvvisate.
I primi abitatori di questi luoghi furono i Sicani, che costruirono una necropoli difficile da raggiungere. Si conoscono almeno due villaggi rupestri: quello settentrionale e quello meridionale.
Anche Jean Houel fece tappa qui, nel suo Grand Tour. Nel 1777 ha scritto: «Non appena arrivato mi recai alla Cava Grande: una delle meraviglie della Sicilia. La parte più alta la sua ampiezza è pari alla sua profondità. In fondo scorre il fiume Cassibile che la scavata la percorre perché tutta la lunghezza. È uno spettacolo maestoso imponente, sia che dalla riva del fiume si contempli l’altezza delle rocce, sia che dalla loro sommità si ammira vastità e la profondità della cava. Essa è piena di abitazioni antiche scavate nella roccia e di grotte sepolcrali che risalgono a più di 2500 anni fa».
La natura di Cavagrande
Quello che rende spettacolare la riserva di Cavagrande è il trionfo della natura, con il suo canyon. Flora e fauna sono rigogliose: pensate che vi sono ben 34 specie di orchidee selvatiche, alcune delle quali endemiche della Sicilia.
Attraverso il sentiero “Scala Cruci” si arriva ai celebri laghetti di Avola, alimentati da piccole e grandi cascate.
Dai laghetti è possibile scorgere la cosiddetta “Grotta dei Briganti” (Cunsiria), che è in realtà un insieme di piccole cavità scavate nella roccia, comunicanti tra loco. Per visitarla, bisogna percorrere un altro sentiero. Prende il nome dai briganti siciliani che vi si rifugiavano alla fine dell’Ottocento.
Sul versante sud di Cava Grande è presente un sistema di grotte e cunicoli che si sviluppa per circa un chilometro su diversi livelli paralleli. Si tratta di ipogei sepolcrali databili al periodo siculo, riutilizzati come abitazioni in epoca bizantina. Sono conosciuti come “Ddieri” (dall’arabo diyar, casa).
Prima di avventurarvi alla scoperta della riserva di Cavagrande del Cassibile, vi consigliamo di verificare la possibilità di accesso e i sentieri effettivamente percorribili.