La Riserva Naturale orientata Laghetti di Marinello,istituita nel 1998 ed affidata in gestione alla Provincia Regionale di messina, si estende su una superficie di circa 378 ettari ricadenti nel territorio comunale di Patti.
Percorrendo l'autostrada A/20, Me-Pa, a circa 55 km in direzione Palermo, al centro del golfo di Patti si estende un vasto arenile che racchiude laghetti litoranei salmastri delle acque tiepide e cristalline. L'area lagunare di Marinello sottoposta ad imponenti variazioni morfologiche che modificano la linea di spiaggia e creano laghetti litoranei salmastri, semi-permanenti o temporanei, rappresenta un vistoso sistema di frecce litorali (Flches) unico lungo la costa tirrenica siciliana. La formazione dei laghetti e la loro persistenza da attribuire all'azione contaminante e concorrente della tettonica(movimenti del terreno) e delle condizioni meteo-marine. Il trasporto litoraneo e l'accumulo dei materiali sabbioso-ghiaiosi sono dovuti ad un fenomeno raro che si manifesta a seguito di un improvviso approfondimento dei fondali in presenza di un forte angolo di incidenza delle onde del mare dominante.
L'origine dei laghetti semi-permanenti esistenti denominati Marinello, Mergolo della Tonnara e Verde, ubicati a ridosso della parete rocciosa, viene fatta risalire a circa 100 anni orsono, successivamente al 1877, data del rilievo dell'Istituto Idrografico della Marina nel quale la formazione sabbiosa risultava inesistente. La tendenza evolutiva del sistema lagunare sembra procedere verso un progressivo isolamento dal mare con il passaggio di associazioni faunistiche e floristiche dall'ambiente marino all'ambiente salmastro. La complessità strutturale dell'area determina, insieme al progressivo confinamento dal mare, la diversificazione idrobiologica dell'ecosistema riscontrabile in ogni singolo bacino con l'evidenziazione di numerose specie endemiche o rare tra cui, a titolo d'esempio il:copedope Phyllopodopsillus pauli, ed il gobide Buenia affinis, qui presente con l'unica popolazione attualmente nota per il mediterraneo.
La Riserva dei Laghetti di Marinello rappresenta una delle poche aree costiere del distretto floristico Peloritano in eccellente stato di conservazione caratterizzata da una notevole varietà di ambienti e da una vegetazione alquanto ricca e diversificata. Lungo il litorale sabbioso possibile osservare una vegetazione pioniera dominata da barboncino mediterraneo (Hyparrhenia hirta) e da elicriso (Helichrysum italicum), in cui rinvengono specie particolarmente rare come il cardo-pallottola vischioso (Echinops spinosissimum) e sulle sponde degli specchi d'acqua salmastri la lisca costiera (Schoenoplectus litoralis). Nelle acque dei laghetti si ritrova il fieno di mare (Ruppia marittima), una rara pianta vascolare tipica di ambienti salmastri, e Halophila stipulacea, specie originaria del Mar Rosso, diffusasi nelle acue costiere del mediterraneo in seguito all'apertura del Canale di Suez.
Sulle falesie, la vegetazione rupicola ricca di specie rare e di preziosi endemismi come la centaurea di Seguenza (Centaurea seguenzae), il garofano delle rupi (Dianthus rupicola), il cavolo biancastro (Brassica incana), l'erucastro (Erucastrum virgatum subsp. virgatum), e la vedovina delle scogliere (Scabiosa cretica) che caratterizzano, con le loro fioriture, un paesaggio costiero di rara bellezza.Lungo i pendii che dalle rupi più alte scendono verso il mare, trionfa la macchia mediterranea con il lentisco (Pistacia lentiscus), l'alaterno (Rhamnus alternus), il caprifoglio mediterraneo (Lonicera implexa) e sopratutto l'euforbia arborescente (Euphorbia dendroides). Sui pianori sommitali, nei dintorni dell'area archeologica, cresce la rara mandragora autunnale (Mandragora autumnalis). Le lagune di Marinello, peculiari ambienti umidi, situate lungo una delle rotte migratorie più importanti d'Europa, costituiscono un sicuro approdo per centinaia di specie diverse di uccelli, dal piccolo luì dal peso di appena 12 grammi, all'elegante cicogna bianca dall'apertura alare di oltre due metri. Dette zone umide con le sovrastanti pareti rocciose sub-verticali rappresentano un habitat elitario per la nidificazione di numerose varietà di uccelli tra cui il gheppio, il corvo imperiale, il raro falco pellegrino, l'occhiocotto e la sterpazzolina, piccoli uccelli tipici della macchia mediterranea, la tacola, ecc.
fonte: www.oliverisulweb.com
Foto di Valentina Muscarà