La città degli Elimi restituisce i suoi tesori.
- Nuovi ritrovamenti a Segesta, al termine di un importante ciclo di ricerche.
- La sessione di scavi ha visto in campo l’équipe della Scuola Normale di Pisa.
- Riprese le indagini nell’Agorà, con i suoi edifici pubblici: ecco tutte le novità.
Si continua a scavare nei siti archeologici della Sicilia. Il territorio della regione non smette di restituire importanti testimonianze del passato, come dimostrano gli ultimi ritrovamenti a Segesta. Al Parco Archeologico in provincia di Trapani, diretto dall’archeologa Rossella Giglio, si conclude il fruttuoso ciclo di ricerche condotte con la Scuola Normale Superiore di Pisa. Gli approfondimenti hanno interessato l’area dell’Agorà, con i suoi edifici pubblici.
Fra i rinvenimenti, l’ingresso dell’accesso monumentale a questa zona, con un’iscrizione, ma anche la base di una statua, in perfetto stato di conservazione. A dirigere le operazioni, le professoresse Anna Magnetto (Direttrice Laboratorio SAET, Scuola Normale Superiore) e Maria Cecilia Parra (docente di Archeologia della Magna Grecia e della Sicilia antica, Università di Pisa), coordinate sul campo dal Dott. Riccardo Olivito (ricercatore IMT di Lucca). Il Professore Emerito della Scuola Normale Carmine Ampolo è stato presente per lo studio del materiale epigrafico e degli aspetti storici. Ecco tutti i dettagli.
Ritrovamenti a Segesta, le novità
I nuovi ritrovamenti a Segesta sono visitabili anche grazie alle opere di miglioramento e ai nuovi camminamenti realizzati all’interno del Parco durante il periodo di chiusura. L’Agorà, cioè la piazza, fu realizzata dal II secolo a.C., su tre terrazze digradanti. Si rifà a modelli urbanistici e monumentali diffusi nelle città e nei santuari del Mediterraneo. Gli scavi sono avvenuti sul versante meridionale della grande piazza, dove un portico (stoà) monumentale chiudeva l’Agorà. Il portico è stato realizzato grazie ad alcuni grandi tagli nella roccia, con possenti opere di sostruzione lungo il pendio. Si tratta di un complesso imponente quanto quello sul lato nord riportato alla luce negli anni passati. Sulla piazza si affacciava un portico superiore, insieme a un corpo monumentale con una facciata a livello inferiore su un percorso viario. Qui si apriva un’ampia porta d’accesso, con vani che avevano un’importante funzione pubblica. E non finisce qui.
L’iscrizione dell’ingresso all’Agorà di Segesta
Un’altra iscrizione greca, riemersa durante gli scavi in prossimità della porta, arricchisce il quadro delle testimonianze di munificenza per la comunità (evergetismo) della Segesta ellenistico-romana: vi compare lo stesso nome che era iscritto su una base di statua nel teatro di Segesta, forse quello del suo finanziatore. Tutte queste testimonianze mostrano chiaramente il ruolo che avevano le grandi famiglie nella storia della Sicilia antica. Foto: JoseluBilbo – (CC BY-ND 2.0).