Magie dei Peloritani: la Rocca Novara.
- Chiamata anche Rocca Salvatesta, è una delle montagne più alte dei Peloritani.
- Si trova nel territorio di Novara di Sicilia e di Fondachelli Fantina, provincia di Messina.
- Viene chiamata “Cervino di Sicilia” per la sua particolare conformazione.
Saliamo ad alta quota per conoscere una rocca cui è stato dato un soprannome molto particolare. Ci troviamo al confine meridionale dei monti Peloritani, nei territori di Novara di Sicilia (patria del Maiorchino) e di Fondachelli Fantina. Proprio gli abitanti di Novara di Sicilia la chiamano Rocca Salvatesta, ma il suo nome ufficiale è Rocca Novara. Sono tanti i motivi che la rendono unica, prima tra tutti la forma. Per via della sua conformazione tronco-conica è chiamata Cervino di Sicilia. È costituita da rocce calcaree e la presenza di conchiglie e pesci fossili indica la formazione dovuta all’innalzamento del fondo del mare derivante dalle tensioni, scontro e scivolamento della placca africana con la placca euroasiatica. Sulla sommità ci sono ampi terrazzamenti, che offrono una visuale panoramica a tutto campo.
Storia e curiosità
Si pensa che ai piedi della rupe sorgesse l’antichissima Noa. Questa tesi è supportata dai rilievi aerei che danno certa la presenza di ampie superfici occupate da edifici dal perimetro regolare. Vi sono anche moltissimi frammenti di coccio, con la caratteristica bombatura di recipiente atto contenere liquidi o granaglie. Dalla vetta si gode di una panorama a 360 gradi. Lo sguardo spazia dal promontorio di Tindari fino alla penisola di Milazzo, dal golfo di Patti alle Eolie e, ancora oltre, verso l’Etna. Per quanto riguarda la flora, le falde sono coperte da querce e pini (selva da rimboschimento). A mezza costa si trovano affioramenti rocciosi che si alternano a prati e distese di felci per allevamento e pastorizia in quota. Sulla cima c’è un grande crocifisso, meta di pellegrinaggi nella giornata del 18 agosto. Qui, un tempo, sorgevano alcune neviere.
Una piccola curiosità: da un particolare punto di osservazione a settentrione, una intera parete prende la fisionomia di una faccia. Questa accresce l’alone di mistero legato all’antica leggenda di un tesoro sepolto su di essa, raggiungibile da chi superi una serie di prove. Tra le vette immediatamente adiacenti, che insistono sulla stessa base, spicca la Rocca Leone o Rocca del Leone (1.222 m s.l.m.). Questo rilievo presenta, sul versante tirrenico, le sembianze di un leone accovacciato con il capo rivolto verso ponente.
Foto di Shifegu – Opera propria